martedì 27 dicembre 2011

SPECULAZIONI A PIOLTELLO, SEGRATE E PESCHIERA, EPPURE SI SAPEVA.....BASTA!!!


BASTA DIRE: “SI SAPEVA”

Di Mario De Gaspari ex Sindaco di Pioltello
Sul corriere della sera del 18 dicembre Aldo Grasso fa notare che tutti coloro che oggi dicono, a proposito di ciò che è emerso sul San Raffaele, “si sapeva”, hanno taciuto. I reati, i danni procurati al patrimonio (speculazioni, fondi neri ecc.) e alle persone (sesso con ragazzine, debiti verso imprese e fornitori, ecc.) sono di una gravità assoluta. Eppure hanno taciuto. Perché, dunque, hanno taciuto? Se tacendo si consente la reiterazione del dolo o del danno, si diventa corresponsabili.
Sono convinto che tra qualche tempo, quando tutto ciò che riguarda Santa Monica, il rapporto con la famiglia Siano, il parco delle cascine e altro ancora verrà portato alla luce e potrà essere considerato nel suo insieme, in tanti diranno “si sapeva”. E così, con una scrollata di capo, cercheranno si dimostrare intuito precoce e lavarsi la coscienza. Non voglio essere tra questi, non sono tra questi.
Per questo è bene che le differenze siano rimarcate oggi, perché oggi è il giorno in cui “si sa” e non domani, quando ci si accontenterà di dire “si sapeva”. Come ho avuto modo di argomentare in tante occasioni, sono fermamente convinto che la valorizzazione, la speculazione e l’affarismo immobiliare siano la causa principale della pessima situazione economica in cui si trova il paese. E questo basta e avanza per indurre a spendere almeno una parola. Se c’è stato un tempo in cui si poteva pensare che la valorizzazione finanziaria dei suoli potesse favorire la crescita e lo sviluppo economico, questo tempo è passato da un pezzo. La compromissione del sistema creditizio nelle più spericolate avventure speculative, spiega con assoluta evidenza la crisi e le difficoltà che oggi trovano le banche nel finanziare imprese e famiglie. E spiega anche i pericoli di insolvenza in cui le stesse banche sono intrappolate, quotidianamente sottolineati dai tracolli borsistici che preoccupano tutti coloro che hanno depositato i loro risparmi. Anche l’andamento dello “spread”, termine ormai divenuto familiare, con cui si aprono i notiziari, ne è un preoccupante riflesso.

Almeno a partire dall’estate 2008 non ci sono più scuse. La magistratura indaga sui reati e processa i presunti colpevoli, ma non possiamo pensare che finché non ci sia un pronunciamento definitivo dei giudici non si abbia il diritto di esprimere un giudizio. Ebbene non ci vuole molto per capire nel bacino Pioltello-Segrate-Peschiera è all’opera da qualche tempo un vero e proprio comitato d’affari che sta producendo danni, contemporaneamente, al territorio, all’ambiente, alle persone e all’economia nel suo insieme. Le notizie che emergono occasionalmente dalle varie inchieste, alcune volte hanno un rilievo penale diretto, altre volte meno, ma il quadro d’insieme è purtroppo chiaro e lascia sgomenti. In ogni caso, nemmeno le notizie riguardanti le inchieste in corso hanno funzionato da deterrente. Tutti pensano sempre di essere più furbi degli altri e così, quando interviene la magistratura, il danno c’è già stato. Siamo ritornati di gran carriera agli anni ottanta e quasi non ce ne siamo accorti. Probabilmente la situazione è persino peggiore.

E ripeto, non voglio essere tra coloro che tra qualche anno diranno a mezza bocca che “si sapeva”. Dire tra qualche anno che “si sapeva”, significa che“sappiamo oggi”. E, se sappiamo, dobbiamo spendere una parola e cercare di fermare il disastro. Anche perché la magistratura indaga, ma, per l’appunto, i progetti non si fermano. I Siano (perché mai gli vengono regalati 175.000 metricubi edificabili?), Percassi (perché finanza Penati proprio quando aspetta il parere della provincia sul suo centro commerciale?), Pirovano (perché gli regala 100.000 euro?), Zunino, il povero Grossi, l’ingegner Roma, l’ingegner Michele Molina. E poi, appunto, amministratori dei comuni, quelli della provincia e quelli della regione. Persino la Uniland di Alberto Mezzini (quello dello scandalo che ha coinvolto anche il Banco emiliano romagnolo e il sistema cooperativo emiliano) ha finanziato la campagna elettorale di Penati! È davvero troppo! Mettiamo tutto in fila e vediamo che cosa ne esce. Non si tratta di costruire un teorema. Si tratta invece di considerare in un quadro d’insieme, pragmaticamente, una serie di scelte che appaiono del tutto illogiche. Ti sforzi di capire dove sta l’interesse pubblico, ma la fatica è vana.

L’interesse pubblico non c’è mai. In qualche caso non c’è nemmeno l’interesse elettorale: il sostegno al progetto immobiliare di Percassi, per esempio, a Penati non ha certo giovato. Si può anche sbagliare, uno può pensare. È vero, ma in alcuni casi è stata tale e tanta, così aggressiva e ostinata la pervicacia con cui si è voluto arrivare al risultato che è difficile pensare a semplici errori. E comunque anche gli errori, quando diventano sistematici e ricorrenti, non sono più tanto scusabili. Milano ha sbagliato con Zunino e Grossi a Santa Giulia una decina d’anni fa, ma come si può accettare che Pioltello ripeta l’errore dopo un decennio? Segrate ha sbagliato nel 2006 sulla Boffalora, ma forse i Siano non si conoscevano e la crisi non era ancora esplosa. Come si può accettare che l’amministrazione di Pioltello ripeta l’errore nel 2011? A Santa Monica stanno ancora trafficando per rimettere in piedi un’operazione pensata senza capo né coda, e a Pioltello stanno già copiando Segrate.

giovedì 22 dicembre 2011

PARCO DELLE CASCINE,QUANDO PERSEVERARE E' PURO MASOCHISMO

 QUANDO GLI ATTORI SONO SEMPRE GLI STESSI
PER IL PARCO DELLE CASCINE COSA LI SPINGE A FIDARSI ANCORA?

Pm e ispezione Bankitalia Tanti i punti in comune
Eccessivo sostegno al gruppo Siano, insufficiente informazione al Cda di Carife E in effetti i consiglieri non sono indagati. Santini? Firmò una delibera urgente
Cosa sapeva del pasticcio Siano il consiglio di amministrazione della Cassa di risparmio della seconda metà degli anni Duemila, e di conseguenza il vastissimo mondo economico cittadino del quale era (ed è) espressione?
E perché il pm di Milano che sta conducendo l’inchiesta Vegagest ha iscritto al registro degli indagati il presidente di allora Alfredo Santini e non gli altri membri del Cda che hanno condiviso con lui la responsabilità di tutte le decisioni?
Sono le domande cruciali, dal punto di vista di una città che ha visto la “sua” banca finire sull’orlo del baratro anche a causa di queste operazioni, che sono poste dall’inchiesta e che trovano in qualche maniera alimento anche dalle difese degli indagati eccellenti.
Sì, perché quando lo stesso Santini e l’ex direttore e videpresidente Vegagest, Gennaro Murolo, ricordano che tutti gli atti venivano deliberati all’unanimità dal Consiglio di amministrazione, anticipano una sorta di chiamata di correo, in caso naturalmente di loro rinvio a giudizio. Le risposte potranno arrivare solo dai prossimi atti giudiziari, ma un aggiornamento sulla genesi dell’inchiesta può aiutare a capire.
L’ispezione di Bankitalia
Di sicuro alcuni dei fatti citati nell’atto di chiusura delle indagini preliminari, in particolare i prezzi gonfiati dei terreni su cui trovarono posto i cantieri Santa Monica e Miluce, erano presenti nell’esposto del 2009 presentato dall’ex sindaco di Pioltello, Mario De Gaspari. Altrettanto certo è il ruolo attivo della Cassa di Risparmio nei confronti della Procura, con la documentazione già utilizzata per avviare l’azione di rientro del credito in sede civile.
 Le prime conclusioni dell’inchiesta, però, coincidono in maniera perfetta con le osservazioni, durissime nel contenuto se non nella forma, dell’ispezione della Banca d’Italia in corso Giovecca, che aveva fatto seguito a quella proprio in Vegagest.
La stessa ispezione, è bene ricordarlo, che innescò il terremoto in Carife con l’uscita prima di Murolo e poi di Giorgio Tomasi, il vicedirettore a lui più vicino, il terzo indagato ferrarese nell’inchiesta.
Una parte importante della relazione di Bankitalia si soffermava sugli «elementi di anomalìa» e l’incondizionato sostegno al gruppo Siano, che sono i punti di partenza dell’indagine.
E più volte compaiono le società lussemburghesi del gruppo Siano, che nelle convinzioni del pm diventano strumento di una presunta evasione fiscale. In quel rapporto dei tre ispettori, a proposito dei rapporti con il gruppo Siano, si legge tra l’altro di «insufficiente informativa» al cda in merito ai «rilevanti profili di rischiosità» dell’esposizione creditizia.
 Nemmeno in occasione della ristrutturazione della debitoria per 102,7 milioni non è stato «correttamente presentato», così scrivevano gli ispettori, lo stato di difficoltà finanziaria del gruppo Siano, anche se erano stati gli stessi imprenditori lombardi a mettere in chiaro la situazione nel chiedere aiuto alle banche.
 Per quanto emerso finora, quindi, si può ipotizzare che il magistrato abbia in parte confermato le conclusioni degli ispettori, e cioè che i consiglieri della banca non disponessero di tutte le informazioni necessarie a prendere decisioni in maniera consapevole, almeno per quanto riguarda il gruppo Siano.
 Risulta tra l’altro che alcuni consiglieri siano stati sentiti come testimoni dal pm. La pesante multa di 340mila euro di Bankitalia è stata appioppata a tutti i consiglieri, ma anche al collegio sindacale di allora e a Murolo, in quanto riguardava contestazioni più ampie.
Il ruolo di Santini
L’ex presidente ha un ruolo diverso da quello del suo vecchio direttore, ma evidentemente anche dagli altri consiglieri. In cosa?
 Negli atti di conclusione delle indagini viene citato individualmente una sola volta, riferendosi a una delibera del 2007 assunta in via d’urgenza da lui, d’intesa con Murolo, che concedeva ai Siano altri soldi per rilevare dagli ex soci Sopaf e Bordignoni quote del fondo Aster, quello di Santa Monica. Le delibere in via d’urgenza sono come decreti legge, vengono confermate dal Cda dopo qualche giorno ma intanto producono effetti. Del resto lo stesso ex presidente, nella sua difesa, parla correttamente di delibere sempre «avvallate o ratificate all’unanimità» dal consiglio.
La spiegazione delle motivazioni di quell’atto sembra quindi un passaggio cruciale per Santini, che però è indagato pure per la vicenda Miluce, dove non vengono indicati atti riconducibili

lunedì 19 dicembre 2011

SANTA MONICA UN VERO AFFARE AREE ACQUISTATE A PREZZI GONFIATI


Inchiesta Vegagest, le conclusioni del pm:
l’ex vertice Carife finanziava operazioni immobiliari a prezzi non giustificati

C’è un’osservazione del pm, nell’atto di fine indagine sul caso Vegagest, che - oggi - in tempi di stretta creditizia lascerebbe senza parole artigiani e industriali che annaspano alla ricerca di ossigeno finanziario.
Vegagest Sgr, società di gestione del risparmio costituita nel 2006 e partecipata da Carife, che deteneva la quota più alta del pacchetto di maggioranza (30.52%), aveva creato attraverso la controllata Vegagest immobiliare due fondi legati a due imponenti progetti immobiliari: Santa Monica, a Segrate, e MiLuce, a Milano.
 I fondi erano rispettivamente Aster, per Santa Monica, e Calatrava per MiLuce. Proprio sul sostegno offerto da Carife all’operazione Santa Monica si sofferma il pm milanese Gaetano Ruta, che ne evidenzia il «profilo critico».
A fronte di richieste che prospettavano un’esposizione massima da parte dell’istituto ferrarese pari a 163 milioni, i soggetti interessati ad ottenere il credito avevano infuso risorse esigue, con un rapporto di 1 a 14.
Il progetto era finanziato quasi completamente con fondi Carife - ribadisce l’accusa - la quale aveva costituito il fondo Aster, aveva fornito ai fratelli Siano, ai fratelli Magnoni e al gruppo Bordigoni le risorse necessarie per acquisire le loro stesse quote in Aster oltre al denaro (97.5 milioni più 19.5 di iva) per comprare l’area ex Cascina Boffalora.
 Quest’ultima era stata acquistata quattro anni prima dal gruppo Commerfin (che possedeva quote anche in Aster, dove affiancava Carife) a 12 milioni ma fu rivenduta ad Aster per 117. Una rivalutazione sorprendente che non avrebbe potuto essere effettuata per legge, tenendo conto dei vincoli normativi e dell’imponenza del progetto, è la convinzione del pm. Gennaro Murolo - l’ex direttore Carife indagato per truffa assieme all’ex presidente Carife Alfredo Santini, all’ex vicedirettore Carife Giorgio Tomasi, ai fratelli Siano, ai fratelli Magnoni, al responsabile del gruppo Bordigoni e ad altri due esponenti di Commerfin (gruppo Siano) - era l’uomo “ponte” che collegava Carife con Vegagest Sgr, di cui era vicepresidente.
Un incarico che avrebbe dovuto gestire nell’interesse di Carife, ma che - secondo l’accusa - fu amministrato in danno di essa.
In pratica Carife aveva immesso partecipazioni proprie in Aster ma anche credito, sostenendo - hanno calcolato gli inquirenti - l’89% delle fonti di finanziamento del progetto immobiliare, senza che fossero state evidenziate azioni che garantissero una concreta copertura del rischio bancario.
Quando il progetto si arenò, per la banca la situazione si fece critica e Murolo uscì dall’istituto. Nel 2010 sono stati contabilizzati incagli per alcune decine di milioni in Aster e Calatrava, fondo quest’ultimo creato per lanciare il progetto MiLuce. La storia è simile a quella di Aster: i fratelli Siano erano quotisti di Calatrava ma anche venditori dell’area che avrebbe dovuto ospitare il nuovo insediamento immobiliare.
 L’avevano acquistata, osserva il pm, a 14 milioni nel 2004 e rivenduta 2 anni dopo a Calatrava per 48, una rivalutazione - ribadisce l’accusa - ingiustificata.
A tal punto che, si precisa nell’atto di fine indagine, dalla società venditrice quella stessa area era iscritta a bilancio per un valore non superiore ai 20 milioni.
C’è da ricordare che dopo la metà del decennio scorso il mercato immobiliare iniziò la sua brusca discesa. Un fattore che mise in difficoltà il mondo del credito e le imprese di costruzione.
Resta da capire quanto i vertici di Carife fossero consapevoli del rischio finanziario di quelle operazioni. Sia Murolo che Santini hanno spiegato che quei finanziamenti furono avallati da loro e dal cda della banca nella convinzione che si trattasse di operazioni corrette, comunque eseguite nell’interesse dell’azienda di credito.
 Per la fine dell’inchiesta ora manca l’ultimo passo: l’acquisizione delle testimonianze offerte volontariamente dagli indagati. Santini intende esporre al magistrato la sua posizione. A gennaio il pm deciderà se richiedere, e per chi, il rinvio a giudizio.

PIOLTELLO ASILI NIDO A RISCHIO CHIUSURA UN PROBLEMA SOCIALE PER PIOLTELLO

Sui nidi l'ombra dei contratti in scadenza

Si rischia la chiusura senza educatori
Pioltello, i sindacati: il 50 per cento dei contratti è in scadenza e il Comune non parla di rinnovi. Otto maestre su sedici potrebbero restare a casa

asilo nido (fotoschicchi)
Pioltello, 18 dicembre 2011 - «I tre asili nido di Pioltello sono in pericolo: otto educatori su sedici rischiano di perdere il posto di lavoro a fine anno e si annuncia l’ennesimo taglio dei servizi pubblici rivolti alle famiglie». Angelo Pedrini lancia l’allarme a nome dei sindacati di base durante un volantinaggio al mercato di Pioltello, vicino all’asilo Sabin di via Signorelli. La questione è urgente, perché fra il 23 e il 31 dicembre scadranno i contratti a tempo determinato della metà degli operatori che ogni giorno accudiscono un centinaio di bambini nelle strutture della città. «Una riduzione del 50 per cento del personale porterebbe alla chiusura di almeno un asilo su tre - sottolinea Pedrini -. L’ipotesi è realistica, visti i tagli ai Comuni e il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego.
Per questo martedì mattina incontreremo Giuditta Leoni, la direttrice dell’azienda Futura e Saimon Gaiotto, l’assessore ai Servizi sociali, per un tavolo sindacale. Questo, infatti, non è un problema di occupazione solo per otto persone, ma sociale per tutta la città».
Al centro della vicenda ci sono quattro educatori a rischio della cooperativa Koiné e altrettanti di Futura, l’azienda speciale di servizi del Comune che gestisce gli asili Monteverdi (nell’omonima via) e Jenner di via D’Annunzio a Seggiano, nonché il Centro famiglia e lo Sportello genitori, avendo a disposizione 33 dipendenti in totale. «Ci preoccupa la delibera “svuota-asili” appena approvata dalla giunta - incalza Pedrini -. Il nuovo provvedimento restringe i criteri per fare domanda e accedere alle graduatorie degli asili pubblici. In tempi duri di casse integrazioni e licenziamenti poche famiglie possono vantare due redditi e un valore di reddito Isee adeguato alle nuove richieste, che tendono a sfoltire fortemente la lista d’attesa».
Per la serata di martedì i sindacati hanno convocato una conferenza pubblica per informare la cittadinanza sul problema. Appuntamento alle 21 in Cascina Dugnana: «A una settimana dalla scadenza dei contratti nessuno sa nulla - chiosa Pedrini -. Un incubo inimmaginabile fino a poco tempo fa, quando l’Amministrazione sembrava voler aprire un quarto nido a Pioltello. Chiediamo soluzioni che assicurino continuità ai posti di lavoro e ai servizi pubblici almeno fino alla fine dell’anno scolastico».
DAL GIORNO MARTESANA

domenica 18 dicembre 2011

SEGRATE- MILANO- PIOLTELLO- SANTA MONICA, SANTA GIULIA, PARCO DELLE CASCINE


IL FILO ROSSO DEL MALAFFARE CONTRO L’INTERESSE PUBBLICO
Il filo rosso del malaffare urbanistico è ormai chiaro. Le inchieste della magistratura milanese e di Monza rappresentano le emergenze giudiziarie di un sistema.
 I collegamenti tra queste emergenze, che oggi appaiono come oscurati a chi osserva solo con lo sguardo giudiziario, sono considerazioni logiche, di una logica stringente, prima ancora che politiche.
Bisogna solo far mente locali ai nomi che ricorrono nelle inchieste e qualche elementare ragionamento su scelte urbanistiche del tutto illogiche, di cui sarebbe fatica vana cercare di individuare l’interesse pubblico.
Qualche piccolo salto logico, in politica, bisogna pur farlo, altrimenti non resta che affidarsi ai processi di terzo grado.
Questo mi spinse nel febbraio 2009 a denunciare alla magistratura quanto era si poteva intuire nell’affare Santa Monica: l’assurdità di un fondo immobiliare “famigliare”, l’incredibile valorizzazione delle quote, triplicate nel giro di un anno, il coinvolgimento di una finanziaria che contemporaneamente giocava con Grossi la partita della Sadi, la società delle bonifiche, un investimento societario che, guarda caso, era esattamente pari ai fondi neri risultanti dalle sovrafatturazioni di Santa Giulia, ecc.
Oggi sappiamo che la banca che finanziò l’operazione, la Cassa di Risparmio di Ferrara (ci si potrebbe domandare che c’entra Ferrara…), è stata commissariata, ha messo a rischio il risparmi dei clienti, è quasi fallita.
Sappiamo anche che gli alti funzionari che favorirono l’operazione sono tutti indagati, anche se proclamano di aver fatto tutto nell’interesse della banca (se fosse vero ci sarebbe una ragione in più per stargli alla larga, visto come è andata a finire).
Stiamo assistendo quasi increduli all’emergere di una vera e propria associazione a delinquere facente capo al San Raffaele, di cui pure si debbono riconoscere i meriti scientifici.
Abbiamo letto delle intercettazioni riguardanti il direttore lavori, titolare di una importante società di ingegneria, che promette a don Verzé di provocare un incendio al quadro elettrico di un impianto sportivo, il cui titolare si rifiuta di cedere i terreni.
 Per la cronaca don Verzé gli raccomanda di stare attento ai bambini dell’asilo e soprattutto ai cavalli, che appartengono all’ospedale.
 Questo signore, l’ingegner Roma, è anche il titolare della progettazione e direzione lavori di Santa Monica, mallevato dai Siano per quanto riguarda la mancata impermeabilizzazione degli edifici costruiti in piena falda.
Da costoro l’ingegner Roma, questo il suo nome, titolare della Polis Enginnering, avanza milioni di euro, mica bruscolini, che non sarà facile farsi pagare, visto il fallimento dell’operazione. Ciò non ostante l’ingegner Roma e i Siano rescindono consensualmente il contratto.
in questo ginepraio (nemmeno troppo difficile da districare) si inserisce di buon grado l’amministrazione di Pioltello. I Siano hanno bisogno di soldi freschi per pagare i debiti con la Cassa di Risparmio di Ferrara (è probabile che non siano gli unici): per questo vengono buoni i terreni nel parco delle cascine. il piano regolatore vigente però non basta, ci vuole dell’altro.
Ci vuole una variante. Parlano di farci lo stadio dell’Inter (hanno chiesto a Moratti?), poi assicurano che ci faranno l’Università (hanno chiesto al Rettore?). Va beh, il tempo stringe, mettiamoci le case e non parliamone più! Che importa se c’è la bolla immobiliare e le nuove urbanizzazioni stanno deprimendo l’economia.
Nel frattempo ha preso avvio la realizzazione del progetto nella vecchia Esselunga. Accuratamente smontato il progetto della precedente amministrazione si parte daccapo. Chi progetta e realizza? Ovviamente l’ingegner Roma e la Polis engineering. Può essere un caso?
In relazione all’inchiesta Penati i magistrato parlano ormai di una vera e propria associazione a delinquere. Caso Falck e parco delle cascine:  i mediatori sono gli stessi. Ma questa è un’altra storia. O meglio un altro capitolo della stessa storia.
Mario

sabato 17 dicembre 2011

PONTE DELLA SISAS E LE BAIRIERE FONO ASSORBENTI

Un imprenditore per "zittire" la Pobbiano-Cavenago

La Provincia a caccia di un'azienda che si carichi della spesa

L'idea di Palazzo Isimbardi contro l'inquinamento acustico. Il progetto: si cerca un privato che paghi barriere fotovoltaiche per poi rivendere l’energia
Traffico
Traffico
Pioltello, 16 dicembre 2011 - Imprenditore privato cercasi per realizzare le barriere fonoassorbenti sul ponte della ferrovia. È l’impegno assunto dalla Provincia per risolvere l’annoso problema lamentato dagli abitanti di Seggiano, assediati dall’inquinamento acustico della strada provinciale Pobbiano Cavenago. Dopo lo scossone di Gregorio Procopio, portavoce della lista civica Territorio e Società, che ha richiamato all’ordine i due pioltellesi in Provincia Roberto Biolchini (consigliere Udc) e Luca Agnelli (assessore al commercio), arrivano le prime risposte.
«Formalmente la mia interpellanza non è stata discussa - afferma Biolchini - ma l’assessore De Nicola si è subito attivato con gli uffici per dare risposta: per il 2011 nessuna opera era prevista, ma si sta lavorando affinché nel 2012 un privato installi a proprie spese delle barriere con pannelli fotovoltaici dai quali utilizzare l’energia prodotta».
Non è certo se e quando partiranno i cantieri per lo spostamento della strada, un progetto che giace da anni nei cassetti della Provincia. «I lavori dovrebbero iniziare a cascata con l’avanzamento della Brebemi - dice Biolchini - ma la situazione è complicata, il sequestro del cantiere di Cassano rischia di fare saltare i programmi. Ho l’impressione che la data del 2015, che avrebbe dovuto essere la panacea del mondo, in realtà non verrà rispettata a causa dei ritardi che si stanno accumulando».
C’è anche un problema di fondi. Lo spostamento del tracciato della sp 121, concordato da Biolchini e dall’assessore De Nicola, è stato finanziato in modo virtuale con una cifra stanziata sul capitolo di spesa del bilancio, ma di fatto non ancora reperita. «L’idea era quella di vendere un immobile dell’ente, ma la situazione di stallo finanziario in cui ci troviamo rischia di far saltare i piani. Bisogna ripartire alla carica per presidiare il progetto, affinché nel prossimo bilancio le cifre vengano inserite. Tuttavia, la crisi in cui versa il Paese sta mettendo tutto in discussione, perfino i progetti già approvati come quello della Pobbiano Cavenago».
di Patrizia Tossi

LE NOSTRE RICHIESTE E LA RISPOSTA INDIRETTA DELL'ASSESSORE BOTTASINI

LA RISPOSTA DELL'ASSESSORE BOTTASINI ALLE NOSTRE RICHIESTE
Nel precedente post ci abbiamo chiesto all'Assessore Bottasini di far di più  sull'informazione dei cittadinio e sulla messa a disposizione di documenti e decisioni caro-assessore-bottasini-tutto-ok-ma?

L'assessore ha voluto risponderci in via indieretta sul suo blog,  non riusciamo a capire se dobbiamo ritenerla una risposta ufficiale sua e dell'Amministrazione, aspettiamo quindi un chiarimento in merito.

La risposta la riteniamo comunque utile,  se come affermato dall'Assessore si sta gia lavorando per mettere in pratica alcune delle nostre richieste, dallo stesso assessore auspicate e condivise, su altre si attiverà al più presto per sapere se ve ne sia la possibilità giuridica e strumentale.




RISPOSTA DELL'ASS: BOTTASINI Nella lettera si chiede la pubblicazione sul sito internet del Comune di una serie di documenti (verbali del Consiglio Comunale, delle Commissioni, mozioni,  delibere del Consiglio Comunale, le determine dirigenziali), nel nome della trasparenza amministrativa, proseguendo sulla via aperta con la pubblicazione delle delibere di giunta e di consiglio comunale. Si chiede inoltre la trasmissione integrale dei consigli comunali e la messa a disposizione dei filmati.
Partiamo dai documenti:
  • per i verbali di consiglio comunale (trascrizione delle registrazioni audio), mi sembra una buona idea; devo ancora verificare la fattibilità tecnica e normativa, per cui per ora non posso assumermi un impegno.
  • sui verbali di commissione, verificherò con il presidente del consiglio comunale quale sia la prassi e cioè quale sia il livello di dettaglio della discussione riportato in essi; una volta verificato che il loro contenuto aggiunga qualcosa all’ordine del gorno discusso, vedrà di pubblicarli sul sito.
  • per le mozioni, ordini del giorni ecc. stiamo approntando un sito di appoggio al lavoro del consiglio comunale dove i proponenti potranno depositarli in formato digitale; da lì, si tratta poi di organizzare una nuova area del sito comunale dove collocarle, anche se potrebbe risultare un po’ complesso per le consulta successivamente distinguere tra quelle approvate (e quindi foriere di impegni per l’amministrazione) e quelle respinte
  • le delibere di consiglio comunale sono già pubblicate da mesi sul sito; attualmente non ci sono tutti gli allegati, per motivi tecnici su cui abbiamo lavorato tra novembre e dicembre e quindi confido di poter aggiungere anche gli allegati alle delibere di consiglio (e di giunta), salvo i casi di file di dimensioni di difficile gestione (es. disegni molto complessi), spero entro marzo 2012
  •  sulle determine dirigenziali (la cui pubblicazione è un impegno del programma elettorale di Concas) ci sono attualmente due ordini di problemi: uno sono gli allegati (vedi sopra) che nelle determine sono frequenti, l’altro è la verifica da parte degli uffici dell’assenza di informazioni potenzialmente lesive della privacy dei cittadini citati nelle determine. Su questo punto sto lavorando con gli uffici per verificare e se necessario modificare i processi di scrittura delle determine, in modo da filtrare queste informazioni evitandone la pubblicazione. Spero di completare questa revisione per metà 2012.
Per la trasmissione dei consigli comunali via internet:
  • in ottobre e novembre abbiamo provveduto a due trasmissioni sperimentali, servite per mettere a punto una soluzione a costo praticamente zero per l’amministrazione (abbiamo finora speso intorno ai 100 euro!) con risultati di qualità ottima dal punto di vista audio e soddisfacente dal punto di vista video. a dicembre (domani) faremo la terza e spero definitiva prova, per poter partire con gennaio con le trasmissioni ufficiali
  • le trasmissioni sperimentali effettuate sono state quasi integrali, salvo problemi tecnici tipici delle sperimentazioni e  brevi interruzioni pubblicitarie inserire automaticamente dal sistema gratuito di trasmissione; valuteremo nel corso del 2012 i costi per il passaggio a sistemi a pagamento che eliminino queste brevi interruzioni
  • il sistema adottato consente già la registrazione di quanto trasmesso e la replica on demand di quanto registrato; è però molto probabile che – per motivi di spazio e di costi – non sarà possibile tenere in linea tutti i consigli comunali per sempre (senza entrare nel tecnico, la proposta di conservare tutto sempre in linea comporterebbe investimenti di linea di trasmissione e di disco non compatibili con le attuali ristrettezze economiche)
  • in linea generale, voglio ricordare che la materia è normata da un articolo del regolamento del consiglio, che chiede la trasmissione integrale, specificando che tali riprese NON sostituiscono i verbali e quindi NON compete ai filmati di garantire la piena e corretta documentazione del lavoro svolto dal consiglio; sono i verbali audio trascritti a eliminare, non da oggi, “ogni possibile strumentalizzazione o distorsione delle reali posizioni espresse” in consiglio
Annuncio inoltre che stiamo completando, col prezioso aiuto dell’ufficio Comunicazione del Comune, la revisione progettuale del sito comunale per migliorarne proprio gli aspetti comunicativi, oggi un po’ sacrificati. Dentro la nuova “scatola” dovremmo essere in grado di alloggiare meglio tutti i nuovi contenuti che a mano a mano aggiungeremo. Appena avrò evidenza dei tempi tecnici di attuazione, ne darò come sempre notizia su questo blog.
La trasparenza non deve essere solo nel risultato, ma anche nel processo che porta al risultato. Ecco perché espongo qui il lavoro che svolgo come assessore.

mercoledì 14 dicembre 2011

CARO ASSESSORE BOTTASINI TUTTO OK, MA IL RESTO?

PIENA INFORMAZIONE E CONDIVISIONE 
  IL PRIMO PASSO IMPORTANTE 
        NON BASTA            
    COMUNICATO   6 dicembre ’11
Vorremmo ringraziare l’Assessore Bottasini, per i primi passi compiuti verso una maggior informazione, partecipazione e condivisione con la cittadinanza degli atti e delle scelte dell’Amministrazione.
Con la pubblicazione sul sito del comune delle delibere di giunta ( ancora purtroppo non accessibili) e la messa in onda sul canale striming dei Consigli Comunali, un significativo primo passo verso gli obbiettivi da noi auspicati è stato fatto.

Crediamo però, che questo primo passo e anche se importante, non possa bastare per offrire ai cittadini tutti quegli strumenti utili e necessari, per il raggiungimento degli obbiettivi della massima informazione, condivisione e partecipazione che tutti noi auspichiamo.

Siamo certi che si può fin da subito, mettere a disposizione dei cittadini anche altri strumenti di informazione come, i verbali del Consiglio Comunale, delle Commissioni, le mozioni e le  delibere del Consiglio Comunale, le determine dirigenziali.

Siamo altre si convinti, che ancor più importante per il raggiungimento di quegli  obbiettivi  più volte enunciati in modo trasversale da tutte le forze politiche, per una reale e compiuta informazione, sia inrinunciabile la creazione sul sito del comune  di un archivio video e la messa in onda integrale dei Consigli Comunali.

Gli strumenti per consentire a tutti i cittadini la visione INTEGRALE dei consigli comunali sul sito del Comune, sono ormai di facile applicazione e non richiedono certo spese non accessibili.

La loro archiviazione e trasmissione integrale eliminerebbe ogni possibile strumentalizzazione o distorsione delle reali posizioni espresse e dell’azione dell’Amministrazione e dei partiti.

Siamo certi che questo nostro invito sarà fatto proprio da tutti i partiti e dall’Amministrazione, come siamo certi che l’Assessore vorrà ancor più accelerare i tempi della messa a disposizione di strumenti fondamentali per la massima e completa informazione dei cittadini, che tutti noi auspichiamo.

Territorio e Società Pioltello     

                                                                            

martedì 13 dicembre 2011

PIOLTELLO, IL NERO FUMO DELLA SISAS? INDAGA LA COMMISSIONE EUROPEA










SISAS ALTRO CHE BONIFICA
UN AFFARE PER POCHI E INQUINAMENTO PER TUTTI











RIFIUTI ILLEGALI MADE IN ITALY /  Andalusia, Spagna: attivisti Greenpeace in azione



Attivisti Greenpeace in azione.
 
 

  Con questa azione pacifica Greenpeace vuole denunciare la spedizione 
sospetta di migliaia di tonnellate di rifiuti tossici dall'Italia alla discarica 
spagnola di Nerva, rifiuti provenienti dalle operazioni di bonifica della
ex Sisas di Pioltello-Rodano. Per questi lavori di bonifica in Italia è già in
corso un'inchiesta per una presunta tangente pagata al Commissario delegato
Luigi Pelaggi dall'amministratore delegato della Daneco Impianti, azienda 
incaricata dei lavori di bonifica all'epoca dei fatti. Allo stato attuale parrebbero 
esserci indizi convergenti sul fatto che la spedizione dei rifiuti in Spagna sia
avvenuta in violazione delle norme europee.

"La bonifica della ex Sisas è un esempio lampante dell'inadeguatezza
della gestione emergenziale dei rifiuti. Dopo mesi di continue richieste 
alle diverse autorità coinvolte, rimangono ancora troppi gli interrogativi 
aperti. Chiediamo alle autorità competenti di far finalmente luce sulla
vicenda e a chi ha sbagliato di assumersi le proprie responsabilità e
porvi rimedio. Per quanto è possibile ricostruire dalle informazioni 
rese note fin'ora, temiamo che non si sia fatto altro che spostare
il problema - e l'inquinamento - dall'Italia alla Spagna". dichiara 
Federica Ferrario, responsabile della Campagna per Greenpeace
Italia.
Nel corso di quest'anno sono stati spediti a Nerva quasi 25 mila tonnellate 
di rifiuti pericolosi provenienti dai lavori di bonifica della ex Sisas. Tali rifiuti
avrebbero dovuto ricevere il trattamento chimico-fisico di inertizzazione
previsto dalla normativa europea. Tuttavia, lo scorso marzo, Greenpeace ha 
documentato come almeno uno dei container spediti ha scaricato i rifiuti 
senza alcun trattamento chimico-fisico di stabilizzazione.

Sia il governo italiano, che quello dell'Andalusia, che la Commissione 
europea sono a conoscenza del caso. Tuttavia, al di là dei rigorosi controlli 
sui tempi di svuotamento delle discariche esistenti presso la ex Sisas, non vi
è stato alcun tentativo di chiarire o escludere violazioni della legislazione 
europea sul trattamento dei rifiuti provenienti da lì.

"Questo caso resta ancora irrisolto, perché nessuna delle autorità coinvolte 
ha voluto verificare seriamente la sequenza di errori e irregolarità legati a 
questo impianto si è invece preferito chiudere gli occhi" dichiara Sara del Rio,
responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Spagna.

La discarica di Nerva, gestita dalla Befesa (gruppo Abengoa), è nota per la 
sua cattiva gestione: nel corso del 2011 si sono verificati diversi incidenti
nel sito, e la scorsa estate l'impianto è stato sottoposto a chiusura temporanea
come misura precauzionale. È anche oggetto di indagini da parte dell'Ente 
spagnolo per la tutela dell'ambiente (Seprona).
Greenpeace chiede al governo italiano, a quello andaluso e alla 
Commissione europea di far luce su questa vergognosa vicenda.