martedì 26 giugno 2012

ANCORA SUL PARCO DELLE CASCINE DI PIOLTELLO

PERCHÈ UN REGALO (AGLI SPECULATORI) NON È SOLO UN REGALO

Continuiamo il discorso dell'ex Sindaco di Pioltello, Mario De Gaspari iniziato nel nostro precedente post Ingenuità e criminalità  Publicando la seconda parte del suo raginamento 


L’affermazione che il regalo fatto dall’amministrazione pioltellese di 200.000 metricubi al trio Siano-Vegagest-Carife è un atto criminale non va intesa come un’iperbole. Sono convinto che sia davvero un delitto. Se poi si scoprirà che quell’atto è stato dettato solo da stupidità, vorrà dire che si trattava di delitto colposo. Che comunque non è mai una cosa bella.

In questi giorni scade la convenzione tra il comune di Segrate e gli speculatori della Boffalora, gli stessi che hanno appunto beneficiato della donazione pioltellese. Come avevamo già sostenuto cinque anni fa, all’epoca della stipula della convenzione tra il comune di Segrate e la società dei Siano, quell’atto non dava nessuna garanzia al comune, perché comunque prima o poi i cantieri si sarebbero fermati e la convenzione si sarebbe dovuta necessariamente cambiare. La strada è obbligata: ridisegnare l’operazione in maniera da ridurre i costi a carico dell’immobiliare oppure da accrescerne il valore, oppure un mix. Sullo sfondo però c’è pur sempre la crisi, che in buona parte è crisi del settore immobiliare, come ci dicono tutti i bollettini economici di questi giorni, e le cose sono un po’ complicate.


A Segrate hanno scelto la strada del mix: meno realizzazioni illiquide (negozi), meno realizzazioni a basso profitto (appartamenti in edilizia convenzionata); più edilizia libera (quella a più alto valore aggiunto); meno servizi per i cittadini (cioè meno costi per gli immobiliaristi). Risultato: l’operazione immobiliare si valorizza. Chi paga? Per primi i cittadini che hanno già acquistato la casa, che avranno un prodotto diverso da quello reclamizzato e per cui hanno impegnato i risparmi; poi tutti i cittadini di Segrate, che avranno un pezzo di territorio ben diverso da quello che era stato loro promesso. Da ultimi, in quote infinitesimali, un po’ tutti i cittadini italiani, che subiscono i riflessi economici e sociali di questa ulteriore truffa. La quale, sommata ad altre truffe analoghe, arricchendo il territorio della speculazione, finirà col rendere può corpose le quote di sofferenza delle singole famiglie.


Esattamente un anno fa, l’amministrazione di Pioltello ha dunque regalato a speculatori già indagati quei 200.000 metricubi. Un anno fa si sapeva già tutto. Quel regalo era stato preceduto da inqualificabili trattative tra il sindaco e gli immobiliaristi (oggi supposti bancarottieri), inframmezzate da una “vacanza sociale” presso i migliori hotel negli States, da dichiarazioni sgangherate sulla realizzazione di uno stadio e da dichiarazioni ancora più sgangherate sulla realizzazione di un ateneo universitario e di una metropolitana. Quello che rimane di tutto questo, come avevamo ampiamente previsto, è un semplice atto amministrativo. Un semplice atto, criminale e sconsiderato, però di grande valore per i beneficiari. Che i beneficiari siano gli stessi che oggi si stanno arrabattando per fare ancora quattrini su Santa Monica non può che incrementarne la criminalità e la sconsideratezza. 


A Santa Monica avrebbero dovuto interrare un elettrodotto (che resterà lì con qualche traliccio in più), avrebbero dovuto costruire un asilo, una chiesa (di cui non si parla più), ecc. Oggi chiedono di poter costruire solo case in edilizia libera (o meglio di ottenerne le volumetrie edificatorie). Cioè chiedono di avere mano libera per poter concludere in qualche modo l’operazione immobiliare. A Pioltello c’è un sindaco che parla di parco agroalimentare e di filiera corta a fronte di 200.000 metricubi regalati (proprio regalati perché erogati direttamente attraverso il PGT, senza nemmeno uno straccio di convenzione). O è matto (e allora siamo nei guai, perché secondo il comma 22 non potrà mai autofarsi un TSO), oppure è proprio un imbroglione. Rimane sempre la terza possibilità, quella del delitto colposo. Che però dovrebbe avere natura collettiva, poco probabile…


Che questa operazione sia stata ricalcata sull’operazione Falck oggi sotto indagine (stessa procedura, stesso cliché, stessi intermediari), ci suggerisce purtroppo che per uscirne c’è solo una strada.
E pensare che ci sono ancora criminali che per guadagnare un po’ di soldi rischiano la vita facendo rapine!


https://www.facebook.com/mario.degaspari 

venerdì 22 giugno 2012

INGENUITÀ E CRIMINALITÀ

  • INGENUITÀ E CRIMINALITÀ
    ANCORA SUL PARCO DELLE CASCINE DI PIOLTELLO
    PERCHÈ UN REGALO (AGLI SPECULATORI) NON È SOLO UN REGALO
    Mario De Gaspari
    In un mondo senza incertezza solo i matti utilizzerebbero la moneta come riserva di valore. Lo sosteneva Keynes, per il quale il tratto essenziale dell’economia capitalistica è proprio l’incertezza. La moneta è un’attività finanziaria, come lo sono le azioni, le obbligazioni e ititoli del debito pubblico. Un portafoglio diversificato di un’unità finanziaria contiene un po’ di tutto e si sposta su attività più o meno rischiose a seconda che prevalgano l’ottimismo o il pessimismo.
    Nelle fasi euforiche le preferenze vanno alle attività a rischio, nelle fasi incerte alle attività sicure (come la moneta o i titoli del debito pubblico, se questi ultimi sono ritenuti sicuri). Il problema è che se tutte le unità finanziarie seguono questa specie di logica, come sembra avvenga, l’unica cosa certa è che dopo l’euforia ci sarà la depressione. Infatti se anche le banche sono guidate dalla logica prospettive euforiche/investimenti a rischio, nel momento dell’incertezza saranno indotte alla tesaurizzazione della moneta, né più né meno come tutte le altre unità finanziarie, e quindi causeranno la temuta stretta creditizia e, in casi particolari, il temutissimo crollo dell’erogazione del credito. fin qui è tutto chiaro e lineare ed è a partire da considerazioni di questo tipo che prendono forza le posizioni di coloro che chiedono di vietare o regolare le attività rischiose delle banche: lo steagall glass act del ’33 e la legge bancaria italiana del ’36 andavano proprio in questa direzione ed erano risposte adeguate all’economia della crisi. L’abbandono di queste leggi va considerato invece una risposta coerente con il clima culturale e le aspettative dell’economia del boom. Infatti tutto è cambiato quando, eravamo nella metà degli anni ’60, si è cominciato a pensare che l’economia e la finanza erano destinati all’espansione perpetua e che semmai l’unica incertezza riguardava il tasso di crescita.
    Il campo dei valori immobiliari si comporta in maniera omologa, perché anche i valori immobiliari hanno caratteristiche finanziarie. Quindi nei periodi di boom, di euforia immobiliare, prevalgono gli atteggiamenti e le posizioni a rischio, sia da parte dei proprietari e dei costruttori (che a volte ma non necessariamente coincidono), sia da parte dei risparmiatori (che invece di tesaurizzare moneta investono nel mattone), sia da parte delle banche. col passaggio dall’euforia alla depressione le posizioni ultrspeculative tentano di diventare speculative e quelle speculative tentano di diventare coperte. L’operazione è però impossibile nell’insieme perché la caduta di valore dei beni è causata e si riflette sui flussi di contante attesi (mutui e rimborsi dei prestiti). Le banche si trovano esposte non perché e sopravvenuta la crisi del mercato immobiliare, ma perché a causa della crisi le posizioni speculative e ultraspeculative non possono più essere convalidate dai flussi di contante.
    Una politica urbanistica espansiva da parte dei legislatori e dei comuni nei periodi euforici rafforza le aspettative e spinge al boom, nei periodi di depressione ha l’unica funzione di convalidare le posizioni speculative o ultraspeculative degli immobiliaristi, senza benefici né per i costruttori né per i risparmiatori, perché può al massimo riposizionare gli immobiliaristi verso le banche, ma non può rimettere in moto il flusso di contante.
    Se la generosità comunale verso gli speculatori immobiliari è comprensibile nel clima culturale dell’euforia finanziaria, nel clima della depressione è solo la spia di una criminale complicità.

lunedì 11 giugno 2012


DISONESTA' MANIFESTA 
TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

Qualcuno ha letto l’articolo su il Giorno del 7 giugno a proposito del nuovo stadio dell’Inter? Fa capire alcune cose. Ad esempio la dichiarazione del sindaco di Pioltello è una esplicita confessione di quanto avevamo da sempre sostenuto. Concas dice che ora non si può pensare allo stadio nel parco delle cascine (salvo che non ci ripensi Moratti, però), perché l’area è stata destinata a parco agroalimentare. Ma la parte che ha questa destinazione è quella estranea alla destinazione residenziale del pgt dello scorso anno, cioè è la parte a standard per capirci: anche lo stadio era ed è considerato come standard (servizi per lo sport, tempo libero, ecc). Quindi, come avevamo già detto quando si era parlato dello stadio a Pioltello, la realizzazione dello stadio stesso e di tutto ciò che lo avrebbe corredato, avrebbe riguardato solo la parte a standard. Poi sarebbe venuto dell'altro. Oggi, invece, hanno definito in maniera puntuale la parte residenziale (circa 200.000 metricubi regalati ai fratelli Siano come premio per la loro attività di bancarottieri): per converso rimane tuttora da destinare la parte a standard (quella appunto spiritosamente destinata a parco agroalimentare….). Esattamente come a Sesto San Giovanni, che sta richiedendo la città della salute a Formigoni per le aree ex Falck. Ma la città della salute il comune la vorrebbe realizzare proprio nel parco (cioè, in sostanza, al posto del parco, che così diventebbe un parco scientifico o qualcosa del genere): quindi non sarebbe in alternativa al quartiere, al centro commerciale e a tutto il resto (il progetto di Renzo Piano, per capirci), ma sarebbe in aggiunta a questo. Così dunque anche a Pioltello: siccome tutta l’area era già stata destinata a parco sovracomunale (dall'amministrazio De Gaspari), hanno pensato di ridestinare prima la parte a standard, perché lo stadio o l'università erano più facili da far digerire agli pseudo ambientalisti. Col tempo poi gli avrebbero fatto digerire anche la parte residenziale. Siccome non ci sono riusciti, perché sia lo stadio che l’università necessitavano di qualcosa di più preciso che di una strizzata d’occhio, hanno invertito e in un certo senso semplificato la procedura: prima la parte residenziale e poi, col tempo, si troverà modo di valorizzare anche sulla parte a standard. Che infatti rimane in pieno possesso degli immobiliaristi. Del resto, se nel parco delle Falck si possono trasferire perlomeno due interi ospedali, chissà cosa si può fare in un parco agroalimentare. Complimenti per l’imbroglio. Era chiaro dall’inizio, anche se qualcuno ha trovato comodo fingere di non capire.