ORIGINI E CONSEGUENZE DEL SISTEMA TANGENTI NELLE POLITICHE URBANE
DI Mario De Gaspari
Bisogna anzitutto comprendere perché la speculazione, in molti casi, è un vero e proprio crimine monetario. Un tempo questo era una scontata verità per la dottrina economica (si veda il volumetto di A.Del Mar “Storia dei crimini monetari), oggi lo si è semplicemente dimenticato. Solo se si riconosce questa semplice verità è possibile affrontare la cosiddetta questione morale dal verso giusto.
Ammettiamo che il signor Rossi possieda, per qualche insindacabile ragione, una macchina uguale in tutto e per tutto a quella usata dalla zecca per stampare soldi. Il signor Rossi è benestante, onesto e sa bene che stampare soldi falsi è un grave reato, e così la macchina rimane in cantina inutilizzata. Ammettiamo però che un giorno il buonuomo si trovi in gravi difficoltà economiche, che abbia magari subito qualche torto che proprio non si meritava, che la sfortuna si sia accanita contro di lui, che abbia smesso di pagare le rate dell’assicurazione e che sua moglie debba subire un delicato e costoso intervento chirurgico salvavita.
Per un po’ il signor Rossi resiste, chiede senza successo aiuto alle banche e ai parenti, finché stremato deve scegliere tra il rispetto della legge e la commissione di un reato che, tutto sommato, sa bene che difficilmente verrebbe sanzionato dal punto di vista etico. A questo punto tira fuori la macchinetta e comincia a produrre, la moglie è salva. Ma la famiglia sempre povera e il futuro dei figli si prospetta gramo. E intanto si avvicina la scadenza per il del cambio monetario: la moneta corrente, fortemente svalutata, sarà presto sostituita da una moneta più pesante, via gli ultimi tre zeri. Si tratta pur sempre della famiglia! E allora il Rossi, sempre più solo in lotta contro il destino, sempre più incazzato coi politici che guadagnano un sacco di soldi e lo lasciano nelle peste dopo una vita dedicata al lavoro, ci dà dentro di brutto, fa lavorare il marchingegno giorno e notte e intanto pianifica investimenti e cambio di valuta. Il finale ha poca importanza, ma ammettiamo solo, per un istante, che ci siano in circolazione parecchi signor Rossi e tante macchinette di quel genere: la moneta e l’economia ne soffriranno inevitabilmente.
In Italia ci sono 8.000 comuni, 8.000 sindaci e 8.000 assessori addetti allo sviluppo del territorio. Diciamo che ci sono, 8.000 per 10, 80.000 proprietari, tra grandi e piccoli, interessati a valorizzare i loro terreni e qualche migliaio di agenzie di credito impegnate a salvare i finanziamenti già erogati ai proprietari. Inoltre il contesto è favorevole: bisogna fare cassa perché c’è il patto di stabilità, i terreni inutilizzati portano degrado, gli zingari occupano i vecchi ruderi e mendicano per la strada, ecc. del resto non siamo nemmeno nella situazione del signor Rossi: a parte le tangenti, nella versione più ingenua e tradizionale che pare si usi sempre meno, che possono sempre essere intercettate dalla magistratura, non si rischia quasi niente.
Pur tuttavia, molti sindaci si trovano a commettere né più né meno un crimine analogo, per quanto non sanzionabile, a quello commesso dal signor Rossi: contribuiscono cioè a creare cioè moneta falsa. E questo senza averne una giustificazione altrettanto nobile. Ma chi li ferma più i nostri falsari territorialmonetari?
È naturale che, in questo contesto, ci sia sempre qualcuno più sgamato degli altri che va un po’ oltre. C’è anche la possibilità di portare un po’ di soldi al partito, guadagnarsi una certa riconoscenza e magari scalarne i vertici. Ci si può far pagare la sede per le riunioni o le strutture per le feste che tanto piacciono ai simpatizzanti che amano il ballo e le grigliate… ci si può sistemare per un bel po’.
C’è un aspetto però, che davvero attiene alla morale, che non viene mai sottolineato: tutto il denaro, vero, falso o virtuale, che viene creato o messo in circolazione con questo sistema, deve poi essere davvero convertito in moneta sonante, perché gli speculatori, le banche e tutti gli optional, devono essere pagati per davvero. Tutto ricade, in definitiva, su chi le case le costruisce realmente (infatti nell’edilizia è diffuso il caporalato nella forma più violenta, come nell’agricoltura arcaica del sud) e su chi le case le deve acquistare (il cittadino, che si indebita con mutui iperbolici anche per cinquant’anni).
La salute dell’economia reale viene inevitabilmente compromessa, perché si schiude una via facile e per niente rischiosa alla ricchezza; è a rischio il sistema creditizio, perché le banche daranno in continuazione soldi agli speculatori per difendere i prestiti già erogati; si creerà uno squilibrio nel mercato degli alloggi, perché il prezzo delle case, sia che vengano costruite sia che rimangano virtuali, dovrà almeno coprire la quantità di moneta creata sulla carta; si erode il risparmio privato che, impastoiato nei mutui, non andrà più ad alimentare le imprese e il mercato dei titoli.
Sugli effetti di carattere più squisitamente sociale, ognuno può fare i propri esercizi spirituali e le riflessioni che crede. Basta guardarsi attorno: difficoltà occupazionali, scarsa attitudine al rischio imprenditoriale, giovani che non mollano mai la famiglia di partenza, invecchiamento della popolazione, emergenza abitativa e immigrati che faticano a integrarsi,…..
Non basta per sostenere che le politiche urbane speculative sono una sciagura?
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