venerdì 20 aprile 2012

SALVAGUARDIAMO I SERVIZI SOCIALI ( IL FINALE)

SALVIAMO I SERVIZI SOCIALI 

FATTO E RIFATTO
 
Dopo aver affontato l'intera  problematica sviluppandola su sei  punti (  i casi sociali) ( la morosità) (partite IVA -- evasori ) ( CCNL-- continuità dei servizi  
affrontiamo ora l'ultimo punto, quello che a nostro avviso risulta essere il più illuminante, VI SONO SI O NO RAGIONI DI BILANCIO? 



7° parte: non è vero che ci sono ragioni di bilancio!  
Se poi entriamo nella gestione del bilancio, scopriamo delle evidenti incongruenze tra le cifre e le dichiarazioni dell’amministrazione comunale. C’è da domandarsi, ad esempio, come sia stato possibile privarsi del contributo da parte di ESSELUNGA, che da solo garantiva quasi il 20% della spesa. Una condizione cioè di vantaggio che ogni comune del pianeta vorrebbe avere e che basterebbe da sola a scongiurare (anzi, a rendere ridicola) qualunque ipotesi di chiusura dei servizi.
Ed è presto dimostrato. Esaminando il bilancio del comune (il quale copre circa il 60% della spesa dell’Azienda Futura), scopriamo che nel 2005/2006, all’epoca in cui venne deliberata la costruzione del nuovo nido, si preventivava una spesa pari a circa 200.000,00 €, necessarie a pagare la retribuzione delle 7 educatrici che dovevano essere assunte per seguire i bambini presenti (42). Una spesa in parte ampiamente garantita dalla convenzione con Esselunga (150.000,00 €). La differenza e gli altri costi di gestione (i pasti, le utenze, le pulizie, tutto ciò che serve insomma a garantire il funzionamento di una struttura complessa come un asilo nido), sarebbero stati coperti dalle entrate derivanti dalle rette. Il tutto era perfettamente in linea con il rapporto tra costi e ricavi che caratterizzava il bilancio di gestione degli altri nidi.

Tutte le altre spese relative ai servizi che sono stati assorbiti dall’Azienda (Centri per le Famiglie, Educativa Territoriale, Asilo Nido di Seggiano, sostituzioni e integrazioni d’orario nell’asilo nido di via Mantegna) rientravano già nella spesa complessiva del Comune e nessuno si sognava di sostenere che dovevano essere chiusi!

Il patto di stabilità non c’entra nulla, perché le modifiche introdotte da allora non riguardano la spesa per pagare i servizi (ovvero il personale).
Non solo: è vero che è stata tolta la possibilità di incamerare l’ICI, ma è anche vero che sono state introdotte delle nuove tasse che riportano l’entità della spesa allo stato del 2006, anzi la capacità di spesa del Comune è comunque aumentata rispetto ad allora. Di conseguenza, i costi dovrebbero essere ampiamente coperti. Altrimenti ci si dica come sono stati impiegati i soldi.  

E’ del tutto evidente che il grave dissesto economico provocato da una gestione inadeguata dei conti del Comune, come già abbiamo denunciato da tempo, obbliga oggi a tagliare una voce importante di spesa, com’è appunto quella di un asilo nido e di un’azienda creata male e gestita peggio. Il più elementare principio di responsabilità prevede però che gli errori ricadano su chi li ha commessi, non su chi li subisce. Se oggi le risorse economiche non sono più sufficienti per erogare i servizi, la colpa è chiaramente di coloro che non hanno vigilato a sufficienza sul bilancio: o trovano le risorse sufficienti o se ne vanno. Quelle persone in quel ruolo non servono. E invitiamo ad avanzare questa richiesta soprattutto coloro che li hanno votati, i primi ad essere ingannati dalla falsità delle affermazioni di questi signori.
(fine)

mercoledì 18 aprile 2012

SALVAGUARDIAMO I SERVIZI SOCIALI ( QUINTA E SESTA PARTE)

SALVIAMO I SERVIZI SOCIALI 

FATTO E RIFATTO
Facendo seguito ai precedenti capitoli  arriviamo ora ad analizzare il quinto che tratta del contratto nazionale ed il sesto che affronta il tema della garanzia dei servizi offerti dall'azienda 
Nel prossimo post affronteremo il tema delle ragioni del bilancio

5° parte: l’applicazione del contratto previsto dalla legge (CCNL degli Enti Locali) per i lavoratori dell’Azienda Speciale
L’azienda ha operato fin dalla sua nascita in una condizione di palese inadeguatezza contrattuale e organizzativa, facendo leva sulla disponibilità dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali. Il contratto applicato per determinare la retribuzione dei dipendenti è infatti quello utilizzato dalle scuole private per i propri insegnanti. Una proposta avanzata, anche in questo caso, dall’Amministrazione Comunale, la quale non tiene in considerazione i titoli e la professionalità maturata dagli operatori di Azienda, e neanche la specificità del loro lavoro (che per molti di loro richiede di intrattenere rapporti con gli adulti, nonché compiti di carattere formativo e progettuale). Una proposta, sia detto chiaramente, che aveva come unico obiettivo quello di risparmiare sul costo del personale, e che quindi già lasciava capire che l’amministrazione non intendeva fare nessun investimento sulla qualità del servizio. Questo tipo di contratto infatti non viene utilizzato in nessun altra azienda speciale che svolge le stesse attività di FUTURA (per informazione, si tratta di aziende che non hanno cessato i propri servizi…).
L’amministrazione ha quindi fatto leva sul ricatto morale, chiedendo ai lavoratori di accettare l’anomalia contrattuale in cambio del “posto fisso”, cioè dell’assunzione a tempo indeterminato. Assunzione che comunque era dovuta, in quanto i suddetti lavoratori avevano già maturato questo diritto per la continuità di impiego svolta negli anni. L’amministrazione comunale, quindi, nel 2007, doveva solo formalizzare un impegno già assunto e, pur essendo un compito facile, è riuscita a sbagliarlo.
Pur sorpresi di fronte a questo comportamento, i lavoratori si sono dimostrati disponibili, per non pregiudicare fin dalla nascita una realtà che, nelle loro aspettative, doveva essere il proprio datore di lavoro per i prossimi anni.
Chiedendo solo che i minimi veramente “minimi” del contratto proposto venissero adeguati ad una retribuzione accettabile. La richiesta è stata in parte accolta, ma certamente non è stata sufficiente per mettere gli operatori nelle migliori condizioni di lavoro.
(fine 5° parte)

6° parte: la garanzia della continuità dei servizi erogati dall’Azienda
A fronte delle carenze e del disinteresse per la salvaguardia e la qualità dei servizi   dimostrate dall’amministrazione comunale in carica, è importante impegnarsi per affermare l’importanza e la validità dei servizi educativi che fanno capo all’Azienda. Questi servizi svolgono infatti un compito essenziale e irrinunciabile, non solo perché soddisfano un bisogno molto diffuso di accadimento e di educazione dei bambini (asili nido), ma anche perché promuovono la coesione sociale e quindi la crescita dell’intera comunità.
Un compito che è tanto più importante in quanto si rivolge alle famiglie di nuova formazione, che quindi sono seguite nel percorso di cura dei figli fin dalla loro nascita. Famiglie che a Pioltello rappresentano una parte importante della cittadinanza, perché nel nostro comune il tasso di natalità è da sempre molto alto. Il rapporto con un  servizio pubblico che si propone in primo luogo di intessere relazioni positive tra le famiglie e i bambini, costituisce pertanto la premessa per formare cittadini consapevoli, che restituiranno in termini  di impegno e benessere per l’intera collettività le risorse economiche e professionali che hanno ricevuto. Questo è lo scopo di ogni sistema di welfare, e in misura ancora maggiore di quello promosso dai comuni. 
Per quanto detto sopra, questo è anche il contesto ideale in cui accogliere persone che invece esprimono difficoltà di varia natura. I servizi rivolti alla prima infanzia, e ancor di più il servizio di Educativa Territoriale rivolto agli adolescenti, svolgono una fondamentale e formidabile azione partecipativa e aggregativa, prevenendo l’insorgere di quei disagi più profondi che sono responsabili del malessere sociale così diffuso nella nostra città. E che comporterebbero inoltre un costo moto più alto per essere affrontati e contenuti.

Di fronte a queste considerazioni e quindi agli indubbi vantaggi arrecati alla comunità da questi servizi (e dalla professionalità degli operatori che li svolgono con successo da anni), non esistono ragioni di bilancio che possano giustificare la loro chiusura e neanche il loro ridimensionamento.
Il nostro approccio è invece del tutto opposto. E’ il bilancio che dev’essere piegato alle ragioni del mantenimento e dello sviluppo di questi servizi. Non si comprende infatti quale sia il ruolo del Comune di Pioltello se alle prime difficoltà economiche si decide di chiudere un asilo nido. Ci chiediamo, tra le diverse funzioni svolte dall’ente locale, cosa sia più importante per questa amministrazione dell’educazione dei bambini e dei ragazzi, del benessere delle famiglie.
(fine 6° parte)

 




venerdì 13 aprile 2012

SALVIAMO I SERVIZI SOCIALI (4° parte)

SALVIAMO I SERVIZI SOCIALI 

FATTO E RIFATTO
Come anticipato nei precedenti capitoli (I casi sociali ) e (  La morosità ) in questo capitolo affrontiamo il tema delle Partite iva e degli evasori 
 
4° parte: le partite iva e gli “evasori”
Infine la questione della retta massima applicata ai lavoratori autonomi. Diverse sentenze della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato hanno sancito l’illegittimità di questa misura, applicata a suo tempo da altri servizi pubblici (il caso più noto è l’università), i quali hanno dovuto correggere il criterio e rimborsare gli utenti. Questo circa 20 anni fa, per cui a degli amministratori di un comune il caso dovrebbe essere noto.
Peraltro, il provvedimento appare oggi particolarmente e ancora più vessatorio rispetto all’epoca in cui fu congegnato: molte partite iva sono infatti un mascheramento di un lavoro dipendente a tutti gli effetti. Tant’è che questo stratagemma è fortemente sanzionato dalla recente riforma del lavoro, perché è noto a tutti che molti lavoratori si adeguano a questo ricatto pur di avere un’occupazione e un reddito.
Prima di predisporre (i dirigenti) e di approvare (la giunta) la delibera, sarebbe forse stato necessario approfondire quanti e quali sono i redditi da lavoro autonomo tra le famiglie iscritte al nido.
(fine quarta parte)

martedì 10 aprile 2012

INCONTRO PUBBLICO SULL'UGUALIANZA E DIRITTI


LA VOCE DI CHI NON HA VOCE

15 Aprile Centro Islamico di Milano e Lombardia

 


il circolo Arci “La Società' degli Eguali” vi invita il 15 Aprile alle ore 16:50 al Centro Islamico di Milano e Lombardia (c/o la Moschea di Segrate, via Cassanese,3/5), dove presenteremo ufficialmente la nostra attività di studio sui temi dell’uguaglianza e della parità dei diritti. 

 

Il nostro obiettivo è quello di promuovere e diffondere strumenti di comprensione e di conoscenza che si affianchino ai consueti canali di informazione.
Strumenti che oltre a cogliere lo scopo di veicolare notizie e dati oggettivi, siano in primo luogo mezzo di coinvolgimento, di  protagonismo all’interno del dibattito sociale e politico.

In particolare, il primo atto della nostra attività, che sarà illustrata nel corso dell’incontro, consiste in un’indagine nelle comunità straniere dell’area metropolitana milanese. Abbiamo messo a punto un questionario che intende rilevare le condizioni giuridiche di questi cittadini e il loro giudizio nei confronti dell’operato delle istituzioni locali e dell’azione politica del nostro paese. Lo scopo è quello di dare un apporto significativo alla conoscenza del fenomeno migratorio, superando stereotipi di qualsivoglia schieramento d’opinione, perché si propone non solo di acquisire condizioni oggettive ma anche il pensiero di coloro che queste condizioni le rappresentano direttamente. 

Inizieremo questo lavoro, lungo e articolato, con le comunità musulmane, con l’intenzione di estenderlo alle altre organizzazioni rappresentative delle nazionalità presenti sul nostro territorio.
E’ un’iniziativa particolarmente significativa in questa fase storica del nostro Paese (e di tutto il mondo occidentale), com’è dimostrato dal successo ottenuto dalla campagna L’ITALIA SONO ANCH’IO e dai pronunciamenti di importanti figure istituzionali, a partire da quello del Presidente Napolitano.

Programma
Ore 17.00 - saluti di benvenuto
Dott. Alì Abu Shwaima, presidente del Cento Islamico di Milano e Lombardia
Ore 17.10 - Presentazione dell’indagine “La voce di chi non ha voce”
Samh Aly, presidente del circolo ARCI “La società degli eguali”
Ore 17.15 - tavola rotonda "Immigrazione o cooperazione? Quali le dinamiche in corso
verso una società plurale" con:
ILARIA SCOVAZZI Vice-Presidente ARCI Milano
SARA AMZIL GMI Giovani Musulmani d'Italia sez. Milano
DIANA DE MARCHI Consigliera Provinciale  
FABIO QUASSOLI sociologo e professore all’Università Bicocca
modera MARIO DE GASPARI, saggista, già Sindaco di Pioltello
Seguiranno domande e dibattito pubblico

Al termine dell’incontro sarà servito  un buffet

Vi invitiamo quindi a essere presenti all’iniziativa del 15 aprile, e ad estendere l’invito ai vostri conoscenti che possono essere interessati.

lunedì 9 aprile 2012

SALVIAMO I SERVIZI SOCIALI (seconda parte)

FATTO E RIFATTO
(terza parte parte)

Nel primo post  dopo una doverosa premessa avevamo trattato I CASI SOCIALI 
Ora vorremmo approfondire il tema della MOROSITA' 
 nei prossimi post affronteremo il tema delle PARTITE IVA E GLI EVASORI 
 in seguito il tema dell'APPLICAZIONE DEL CONTRATTO NAZIONALE PER I LAVORATORI DELL'AZIENDA SPECIALE, 
mentre a seguire affronteremo il tema della CONTINUITA'DEI SERVIZI EROGATI DALL'AZIENDA 
ed infine la nostra convinzione che non sia vero che vi siano delle RAGIONI DI BILANCIO

3° parte:LA MOROSITA'
Per quanto riguarda la morosità, infine, non c’è bisogno di una delibera per stabilire che un servizio debba essere pagato. A noi non risulta che i livelli di morosità siano così elevati da determinare la chiusura di un nido.
Soprattutto però ci piacerebbe sapere chi non paga e perché. Se infatti il mancato pagamento è da addebitare ad una situazione economica e sociale precaria, rientriamo nella casistica che abbiamo affrontato nel punto precedente. E che configura come ancora più inappropriata e assurda la misura del 5% applicata nella delibera.
Se invece non è così, gli iscritti paganti certo non mancano a Pioltello. Il Piano Zonale per la Prima Infanzia redatto nel 2009 dal nostro distretto (Pioltello, Segrate, Rodano e Vimodrone) ha stabilito che sono ben 131 i posti di asilo nido ancora mancanti rispetto all’offerta privata e pubblica presente nei quattro comuni (compresi quindi anche i 42 posti disponibili nell’asilo nido di via Monteverdi). Considerando che i nuovi nati non sono per niente diminuiti a Pioltello negli ultimi due anni, il dato ripropone la sua immutata validità.
E non si può neanche dire che oggi molte famiglie preferiscono rivolgersi a soluzioni alternative al nido. Se è vero che alcune sale non hanno raggiunto la piena capienza, altre hanno delle liste d’attesa. Così come vi sono delle liste d’attesa molto lunghe nei centri per le famiglie di Pioltello. Com’è noto, questi ultimi sono spazi frequentati dai bambini insieme ad uno dei genitori, ovviamente in congedo maternità/paternità. L’esperienza ci dice che molti di loro, una volta rientrati al lavoro, iscrivono i propri figli al nido.
Non vi sono, insomma, dei dati certi e incontrovertibili che giustifichino la chiusura dell’asilo nido. Anzi, vi sono degli elementi che suggeriscono l’esatto contrario.
                       (fine terza parte)