lunedì 11 giugno 2012


DISONESTA' MANIFESTA 
TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

Qualcuno ha letto l’articolo su il Giorno del 7 giugno a proposito del nuovo stadio dell’Inter? Fa capire alcune cose. Ad esempio la dichiarazione del sindaco di Pioltello è una esplicita confessione di quanto avevamo da sempre sostenuto. Concas dice che ora non si può pensare allo stadio nel parco delle cascine (salvo che non ci ripensi Moratti, però), perché l’area è stata destinata a parco agroalimentare. Ma la parte che ha questa destinazione è quella estranea alla destinazione residenziale del pgt dello scorso anno, cioè è la parte a standard per capirci: anche lo stadio era ed è considerato come standard (servizi per lo sport, tempo libero, ecc). Quindi, come avevamo già detto quando si era parlato dello stadio a Pioltello, la realizzazione dello stadio stesso e di tutto ciò che lo avrebbe corredato, avrebbe riguardato solo la parte a standard. Poi sarebbe venuto dell'altro. Oggi, invece, hanno definito in maniera puntuale la parte residenziale (circa 200.000 metricubi regalati ai fratelli Siano come premio per la loro attività di bancarottieri): per converso rimane tuttora da destinare la parte a standard (quella appunto spiritosamente destinata a parco agroalimentare….). Esattamente come a Sesto San Giovanni, che sta richiedendo la città della salute a Formigoni per le aree ex Falck. Ma la città della salute il comune la vorrebbe realizzare proprio nel parco (cioè, in sostanza, al posto del parco, che così diventebbe un parco scientifico o qualcosa del genere): quindi non sarebbe in alternativa al quartiere, al centro commerciale e a tutto il resto (il progetto di Renzo Piano, per capirci), ma sarebbe in aggiunta a questo. Così dunque anche a Pioltello: siccome tutta l’area era già stata destinata a parco sovracomunale (dall'amministrazio De Gaspari), hanno pensato di ridestinare prima la parte a standard, perché lo stadio o l'università erano più facili da far digerire agli pseudo ambientalisti. Col tempo poi gli avrebbero fatto digerire anche la parte residenziale. Siccome non ci sono riusciti, perché sia lo stadio che l’università necessitavano di qualcosa di più preciso che di una strizzata d’occhio, hanno invertito e in un certo senso semplificato la procedura: prima la parte residenziale e poi, col tempo, si troverà modo di valorizzare anche sulla parte a standard. Che infatti rimane in pieno possesso degli immobiliaristi. Del resto, se nel parco delle Falck si possono trasferire perlomeno due interi ospedali, chissà cosa si può fare in un parco agroalimentare. Complimenti per l’imbroglio. Era chiaro dall’inizio, anche se qualcuno ha trovato comodo fingere di non capire.

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