Quel bidone di mattone !
I fratelli Siano, promettevano migliaia di case di lusso anche a Segrate.
Con soci e amici eccellenti, ora rischiano il processo per truffa
Un palazzo di lusso nel cuore di Milano, a due passi da Porta Garibaldi, con tre torri da 15 piani e piscine private sul tetto. E poi, addirittura, un intero quartiere a Segrate, evocato come la Milano 2 del nuovo secolo (quasi un'imitazione di quella originale costruita da Silvio Berlusconi), con 2mila appartamenti, un parco, due scuole, la chiesa e un albergo Four Seasons.
Erano questi i sogni proibiti di due fratelli imprenditori, Dante e Luigi Siano, sconosciuti ai più ma ben introdotti nella city milanese. Che li ha accolti e finanziati. E che, ora, vede concretizzarsi il rischio di un processo per truffa nel quale, accanto ai fratelli arrivati da Salerno, potrebbero essere coinvolti due finanzieri del calibro di Giorgio e Aldo Magnoni, proprietari della società di investimento Sopaf, quotata in borsa da trent'anni. Nonché, per un breve ma lucroso periodo, socia in affari dei Siano.
L'ennesima speculazione finita al centro di un'indagine della procura, dunque, ruota attorno ai due fratelli Siano, campani d'origine traslocati a Milano. Di loro si sa poco. Agli atti risultano come proprietari di imprese che producono, o che l'hanno fatto in passato, componenti per auto, dai sedili ai cruscotti in plastica.
Uno dei loro impianti è a Melfi, nell'agglomerato di fornitori dello stabilimento Fiat. Dopo tanti anni di lavoro silenzioso, i guai dei Siano iniziano quando decidono di tentare la fortuna nel settore immobiliare, dove le banche si dimostrano sempre pronte a investire, anche nelle operazioni più strampalate. Così, per farsi un nome, i fratelli decidono di puntare sul glamour ecclesiale, sfruttando le frequentazioni del mondo cattolico portate da Dante, 71 anni, fondatore della onlus Volontariato operoso, nel cui consiglio d'amministrazione siedono Roberto Mazzotta (ex numero uno di Cariplo e Popolare di Milano, oggi presidente Sopaf) e Ernesto Paolillo (ex direttore generale della Popolare di Milano, ora amministratore delegato dell'Inter).
Il momento clou di questa strategia arriva nell'ottobre 2008, quando i due fratelli sponsorizzano la lettura integrale della Bibbia, trasmessa da Rai Educational in una diretta lunga sei giorni. Ai microfoni della tv pubblica, piazzati per l'occasione nella basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme, sfila così una schiera di 1.200 persone famose, da papa Benedetto XVI a Giulio Andreotti, da Ferruccio de Bortoli a Bruno Vespa, che a turno si prestano a leggere un brano dei testi sacri.
Proprio mentre sostenevano i costi della trasmissione biblica, i due fratelli erano reduci da alcune operazioni che stando ai risultati dell'inchiesta condotta dal pm Gaetano Ruta si sono tradotte in una truffa capace di mandare sul lastrico la Cassa di Risparmio di Ferrara, che con Intesa San Paolo figura tra i grandi finanziatori del loro gruppo.
Operazioni che, secondo la ricostruzione dei magistrati, avrebbero permesso a Siano e soci di realizzare laute plusvalenze. Proprio mentre a Milano i cantieri si fermavano per la mancanza di fondi e a Segrate decine di famiglie rischiavano di vedere le loro caparre andare in fumo, senza che gli appartamenti promessi venissero consegnati.
I filoni dell'inchiesta sono due. Il primo riguarda la nuova Milano 2 di Segrate, chiamata Santa Monica, spesa prevista 400 milioni; il secondo , il complesso extra-lusso di Porta Garibaldi, battezzato progetto Miluce, costo ipotizzato circa 70 milioni. Semplificando al massimo si può dire che dal 2006 a fine 2009, quando i lavori si sono interrotti, la Cassa di Ferrara ha finanziato entrambe le operazioni con ingenti linee di credito, concesse secondo i magistrati a dispetto dellesistenza di molteplici profili critici.
Tra i punti deboli, la mancata indicazione delle modalità che avrebbero dovuto appoggiare lo sviluppo delle costruzioni e le difficoltà nella valutazione della congruità di costi e ricavi.
Nel caso di Segrate, ad esempio, mentre la Cassa di Ferrara metteva in pericolo il proprio patrimonio dando a Siano & soci l'89% dei finanziamenti necessari ad avviare i lavori, questi passavano all'incasso. Un esempio?
Nel maggio 2006 la Commerfin dei Siano, la Sopaf e un terzo socio (l'imprenditore Sandro Bordigoni) ottengono dalla banca i quattrini per acquistare quote del fondo immobiliare Aster, che a sua volta compra l'area di Segrate per 117 milioni, Iva compresa.
A vendere però è la stessa Commerfin, che appena quattro anni prima aveva pagato quel terreno solo 12 milioni. Come se non bastasse, passa una anno e Sopaf e Bordigoni vendono le loro quote del fondo Aster ai Siano, realizzando un profitto di 17 milioni. A prestare i soldi necessari ai due fratelli è però ancora la Ferrara, con una delibera d'urgenza che porta a 120 milioni l'esposizione complessiva della banca nei confronti dei Siano.
Per questa e altre operazioni, l'avviso di chiusura indagini sembra prefigurare come ipotizzato dalla Nuova Ferrara una possibile richiesta di rinvio a giudizio per truffa aggravata nei confronti di una serie di persone; oltre ai Siano e ai Magnoni, spicca il ruolo di Gennaro Murolo, fino al 2009 direttore generale della banca ferrarese, nonché quello dell'allora presidente Alfredo Santini, uscito nel 2010. I Siano, interpellati da l'Espresso, non hanno voluto fare commenti.
Al di là delle decisioni dei magistrati, sono però interessanti le conseguenze del legame pericoloso tra immobiliaristi e credito facile. Quando a fine 2009 le proteste dei primi acquirenti degli appartamenti di Santa Monica hanno fatto esplodere il caso, i Siano già si dibattevano nella totale mancanza di fondi.
La Cassa Ferrarese ha avviato un doloroso repulisti, che tra il 2009 e il 2010 ha causato perdite complessive per 116 milioni. Ma non basta. La società immobiliare dell'istituto, la Vegagest, partecipata anche dalla Cattolica Assicurazioni, ha avviato il pignoramento delle quote che facevano capo ai Siano, con i quali è in corso una dura battaglia civile. I soci hanno dovuto investire altri 40 milioni per rimborsare gli anticipi degli inquilini, riprendere i lavori e mettere in sicurezza lo scavo di Porta Garibaldi.
Un lavoro meritorio, necessario per uscire dal disastro, ma lontano dal termine; a Segrate sono stati completati due palazzi su 14, a Milano si cerca un compratore. E così, nel panorama metropolitano, restano per ora altri due buchi della speculazione immobiliare di questi anni.
L'Espresso n.52 del 28 dicembre 2011 pag.44-45
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