FATTO E DISFATTO
( prima parte)
Avevamo Già riportato il comunicato del Comitato per la salvagurdia dei servizi educativi nasce-il-comitato-cittadino- a cui abbiamo espresso il nostro sostegno e la nostra vicinanza fin dalla sua costituzione
Vogliamo ora esprimere alcune considerazioni , sviluppare una seria analisi ed offrire il nostro contributo costruttivo ad una discussione che riteniamo utile e indispensabile.
Ci consentirete una breve premessa politica necessaria per poi dividere in più punti la nostra visione del problema.
FATTO!
Chi non ricorda la roboante campagna elettorale del sindaco e della sua amministrazione alle elezioni dello scorso anno? Una serie di “FATTO!” scritti accanto alle opere e ai servizi realizzati. Ma quali erano queste opere e questi servizi? Nell’elenco (comunque già piuttosto corto) c’erano anche un nuovo asilo nido, una nuova scuola materna ed una ludoteca. Ma dov’erano tutte queste novità? Già allora chiunque avesse voluto verificarne l’esistenza sarebbe rimasto deluso: non ce n’era traccia in tutta Pioltello. E questo già la dice lunga sulla serietà di chi oggi governa il nostro Comune. Ma se qualcuno ancora avesse nutrito fiducia in questi personaggi, sicuramente l’avrà persa del tutto di fronte alle decisione assunte oggi, pochi mesi dopo la campagna elettorale. Non solo non si vedrà nessun nuovo servizio, ma anzi si è deciso di chiudere quelli esistenti. Solo la grande e meritevole mobilitazione degli operatori e delle famiglie, e delle forze politiche più responsabili come la nostra, ha impedito che si giungesse a questo assurdo risultato. Nel frattempo, però, i servizi educativi di Pioltello sono stati ridimensionati, il personale è stato ridotto, gli operatori lavorano nell’incertezza, la grande qualità acquisita in tanti anni rischia di essere compromessa.
Le motivazioni riportate dall’amministrazione comunale sono inesistenti e inconsistenti, come dimostriamo attraverso l’esame dei diverse richieste avanzate dal comitato nato per salvaguardare questi servizi. Richieste che invitiamo tutti i cittadini a sostenere.
1° parte: Premessa
La prima richiesta del comitato è il ritiro/annullamento della delibera di GC “svuota nidi” (applicazione della retta massima per le famiglie composte da lavoratori autonomi; espulsione dal servizio delle famiglie morose; inserimento di casi sociali nel servizio fino ad un massimo del 5% dell’utenza frequentante)
Il contenuto e la formulazione della delibera denunciano chiaramente il suo scopo strumentale: non è finalizzata, come dichiarato, a ripristinare un’efficiente gestione economica e finanziaria del servizio asilo nido, bensì a creare le premesse per giustificare la chiusura di un plesso, quello di via Monteverdi, e concorrere in questo modo al riequilibrio di un bilancio comunale dissestato. Dissesto del resto causato dalla stessa amministrazione che adesso vuol far pagare la sua incapacità alle famiglie e ai bambini, che di questo servizio hanno bisogno eccome.
La strumentalizzazione è del resto comprovata dalle giustificazioni adottate dall’amministrazione comunale nel momento in cui i lavoratori e le famiglie hanno contestato la decisione di chiudere il servizio: non ci sono iscritti, quindi non c’è più la necessità di tenere aperta una sede.
Gli iscritti invece c’erano: qualcuno si è ritirato per effetto della delibera, qualcun altro è stato invitato a non iscriversi in via Monteverdi, con la motivazione che “quel nido a giugno lo chiudiamo”.
Già questa mancanza di trasparenza è un fatto grave per che gestisce un servizio pubblico.
(fine prima parte)
2° parte: i “casi sociali”
I cosiddetti “casi sociali”, vale a dire i bambini inseriti al nido su indicazione del servizio minori, in quanto appartenenti a famiglie problematiche, rappresentano oggi il 10% dell’utenza frequentante. Il doppio quindi di quanto dispone la delibera.
Perché questa palese contraddizione tra due servizi che rispondono allo stesso ente? L’inserimento al nido permette infatti di affrontare efficacemente i disagi presenti in queste famiglie, e gli amministratori del Comune dovrebbero lavorare per potenziare queste risorse, non per privarsene. Che ne facciamo cioè del 5% in esubero rispetto alla quota stabilita dalla delibera? Li lasciamo al loro destino? Facendo degenerare la loro situazione fino al punto di dover adottare provvedimenti molto più costosi per il Comune, e annullando così i “risparmi” ottenuti chiudendo un asilo nido?
Giova ricordare che in Italia è in vigore una legge sui Minori che obbliga i comuni a garantire l’assistenza a bambini e ragazzi in condizioni di disagio. L’Asilo Nido di via Monteverdi è stato aperto anche per dare una risposta a questi problemi e a queste famiglie, con l’intento appunto di non emarginarle ma bensì di inserirle in un contesto di relazioni cordiali e positive: è sicuramente il miglior modo per aiutare queste persone a superare le difficoltà che incontrano e che le portano a rivolgersi ai servizi sociali pubblici. Una filosofia che del resto appartiene a tutti gli operatori e che ha permesso di ottenere ottimi risultati.
Se i nostri attuali amministratori (e i loro zelanti dirigenti) non capiscono che questa è la realtà che è necessario affrontare a Pioltello, si preparino meglio ed evitino di chiudere i servizi necessari alla popolazione.
(fine seconda parte)
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