lunedì 9 aprile 2012

SALVIAMO I SERVIZI SOCIALI (seconda parte)

FATTO E RIFATTO
(terza parte parte)

Nel primo post  dopo una doverosa premessa avevamo trattato I CASI SOCIALI 
Ora vorremmo approfondire il tema della MOROSITA' 
 nei prossimi post affronteremo il tema delle PARTITE IVA E GLI EVASORI 
 in seguito il tema dell'APPLICAZIONE DEL CONTRATTO NAZIONALE PER I LAVORATORI DELL'AZIENDA SPECIALE, 
mentre a seguire affronteremo il tema della CONTINUITA'DEI SERVIZI EROGATI DALL'AZIENDA 
ed infine la nostra convinzione che non sia vero che vi siano delle RAGIONI DI BILANCIO

3° parte:LA MOROSITA'
Per quanto riguarda la morosità, infine, non c’è bisogno di una delibera per stabilire che un servizio debba essere pagato. A noi non risulta che i livelli di morosità siano così elevati da determinare la chiusura di un nido.
Soprattutto però ci piacerebbe sapere chi non paga e perché. Se infatti il mancato pagamento è da addebitare ad una situazione economica e sociale precaria, rientriamo nella casistica che abbiamo affrontato nel punto precedente. E che configura come ancora più inappropriata e assurda la misura del 5% applicata nella delibera.
Se invece non è così, gli iscritti paganti certo non mancano a Pioltello. Il Piano Zonale per la Prima Infanzia redatto nel 2009 dal nostro distretto (Pioltello, Segrate, Rodano e Vimodrone) ha stabilito che sono ben 131 i posti di asilo nido ancora mancanti rispetto all’offerta privata e pubblica presente nei quattro comuni (compresi quindi anche i 42 posti disponibili nell’asilo nido di via Monteverdi). Considerando che i nuovi nati non sono per niente diminuiti a Pioltello negli ultimi due anni, il dato ripropone la sua immutata validità.
E non si può neanche dire che oggi molte famiglie preferiscono rivolgersi a soluzioni alternative al nido. Se è vero che alcune sale non hanno raggiunto la piena capienza, altre hanno delle liste d’attesa. Così come vi sono delle liste d’attesa molto lunghe nei centri per le famiglie di Pioltello. Com’è noto, questi ultimi sono spazi frequentati dai bambini insieme ad uno dei genitori, ovviamente in congedo maternità/paternità. L’esperienza ci dice che molti di loro, una volta rientrati al lavoro, iscrivono i propri figli al nido.
Non vi sono, insomma, dei dati certi e incontrovertibili che giustifichino la chiusura dell’asilo nido. Anzi, vi sono degli elementi che suggeriscono l’esatto contrario.
                       (fine terza parte)
 


  

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