mercoledì 18 aprile 2012

SALVAGUARDIAMO I SERVIZI SOCIALI ( QUINTA E SESTA PARTE)

SALVIAMO I SERVIZI SOCIALI 

FATTO E RIFATTO
Facendo seguito ai precedenti capitoli  arriviamo ora ad analizzare il quinto che tratta del contratto nazionale ed il sesto che affronta il tema della garanzia dei servizi offerti dall'azienda 
Nel prossimo post affronteremo il tema delle ragioni del bilancio

5° parte: l’applicazione del contratto previsto dalla legge (CCNL degli Enti Locali) per i lavoratori dell’Azienda Speciale
L’azienda ha operato fin dalla sua nascita in una condizione di palese inadeguatezza contrattuale e organizzativa, facendo leva sulla disponibilità dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali. Il contratto applicato per determinare la retribuzione dei dipendenti è infatti quello utilizzato dalle scuole private per i propri insegnanti. Una proposta avanzata, anche in questo caso, dall’Amministrazione Comunale, la quale non tiene in considerazione i titoli e la professionalità maturata dagli operatori di Azienda, e neanche la specificità del loro lavoro (che per molti di loro richiede di intrattenere rapporti con gli adulti, nonché compiti di carattere formativo e progettuale). Una proposta, sia detto chiaramente, che aveva come unico obiettivo quello di risparmiare sul costo del personale, e che quindi già lasciava capire che l’amministrazione non intendeva fare nessun investimento sulla qualità del servizio. Questo tipo di contratto infatti non viene utilizzato in nessun altra azienda speciale che svolge le stesse attività di FUTURA (per informazione, si tratta di aziende che non hanno cessato i propri servizi…).
L’amministrazione ha quindi fatto leva sul ricatto morale, chiedendo ai lavoratori di accettare l’anomalia contrattuale in cambio del “posto fisso”, cioè dell’assunzione a tempo indeterminato. Assunzione che comunque era dovuta, in quanto i suddetti lavoratori avevano già maturato questo diritto per la continuità di impiego svolta negli anni. L’amministrazione comunale, quindi, nel 2007, doveva solo formalizzare un impegno già assunto e, pur essendo un compito facile, è riuscita a sbagliarlo.
Pur sorpresi di fronte a questo comportamento, i lavoratori si sono dimostrati disponibili, per non pregiudicare fin dalla nascita una realtà che, nelle loro aspettative, doveva essere il proprio datore di lavoro per i prossimi anni.
Chiedendo solo che i minimi veramente “minimi” del contratto proposto venissero adeguati ad una retribuzione accettabile. La richiesta è stata in parte accolta, ma certamente non è stata sufficiente per mettere gli operatori nelle migliori condizioni di lavoro.
(fine 5° parte)

6° parte: la garanzia della continuità dei servizi erogati dall’Azienda
A fronte delle carenze e del disinteresse per la salvaguardia e la qualità dei servizi   dimostrate dall’amministrazione comunale in carica, è importante impegnarsi per affermare l’importanza e la validità dei servizi educativi che fanno capo all’Azienda. Questi servizi svolgono infatti un compito essenziale e irrinunciabile, non solo perché soddisfano un bisogno molto diffuso di accadimento e di educazione dei bambini (asili nido), ma anche perché promuovono la coesione sociale e quindi la crescita dell’intera comunità.
Un compito che è tanto più importante in quanto si rivolge alle famiglie di nuova formazione, che quindi sono seguite nel percorso di cura dei figli fin dalla loro nascita. Famiglie che a Pioltello rappresentano una parte importante della cittadinanza, perché nel nostro comune il tasso di natalità è da sempre molto alto. Il rapporto con un  servizio pubblico che si propone in primo luogo di intessere relazioni positive tra le famiglie e i bambini, costituisce pertanto la premessa per formare cittadini consapevoli, che restituiranno in termini  di impegno e benessere per l’intera collettività le risorse economiche e professionali che hanno ricevuto. Questo è lo scopo di ogni sistema di welfare, e in misura ancora maggiore di quello promosso dai comuni. 
Per quanto detto sopra, questo è anche il contesto ideale in cui accogliere persone che invece esprimono difficoltà di varia natura. I servizi rivolti alla prima infanzia, e ancor di più il servizio di Educativa Territoriale rivolto agli adolescenti, svolgono una fondamentale e formidabile azione partecipativa e aggregativa, prevenendo l’insorgere di quei disagi più profondi che sono responsabili del malessere sociale così diffuso nella nostra città. E che comporterebbero inoltre un costo moto più alto per essere affrontati e contenuti.

Di fronte a queste considerazioni e quindi agli indubbi vantaggi arrecati alla comunità da questi servizi (e dalla professionalità degli operatori che li svolgono con successo da anni), non esistono ragioni di bilancio che possano giustificare la loro chiusura e neanche il loro ridimensionamento.
Il nostro approccio è invece del tutto opposto. E’ il bilancio che dev’essere piegato alle ragioni del mantenimento e dello sviluppo di questi servizi. Non si comprende infatti quale sia il ruolo del Comune di Pioltello se alle prime difficoltà economiche si decide di chiudere un asilo nido. Ci chiediamo, tra le diverse funzioni svolte dall’ente locale, cosa sia più importante per questa amministrazione dell’educazione dei bambini e dei ragazzi, del benessere delle famiglie.
(fine 6° parte)

 




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