venerdì 9 marzo 2012

L'INDAGINE CHE COINVOLGE DAVIDE BONI ( Vice Presidente Regione Lombardia) CI STIMOLA UNA DOMANDA

E' NATO PRIMA L'UOVO O LA GALLINA?
 
L’indagine che coinvolge Davide Boni, al di là delle considerazioni di rito sulla Lega dei duri e puri e sul quel verminaio tangentizio che è la Regione Lombardia formigoniana, permette alcune valutazioni interessanti. È nato prima l’uovo o la gallina? 
È la corruzione che genera un ceto politico palesemente inadeguato a guidare paese, regioni e città in un momento così difficile o è il contrario? Siccome il ceto politico è inadeguato, scadente e pertanto irresponsabile e precario è più che probabile che ne facciano parte una moltitudine di persone per niente irreprensibili sotto il profilo dell’onestà?
 In un bel libro sull’iperinflazione nella repubblica di Weimar Adam Fergusson sostiene che a quel tempo fu la precipitosa perdita di valore del marco a causare il crollo dei valori tradizionali dell’onestà e del lavoro. “Man mano che le condizioni personali dei singoli diventavano meno sicure, anche il patriottismo, gli obblighi sociali e morali si dissolvevano. La morale comune scricchiolava, l’atteggiamento più diffuso era la volontà di infrangere le regole… Nel mondo degli affari, della politica, del pubblico impiego aleggiava ovunque la corruzione.” 
Fergusson annota altresì come nei rari momenti di ripresa e di stabilità la corruzione diminuisse rapidamente, anche perché, ovviamente, c’erano minori possibilità di arricchirsi con la speculazione.
Ho la convinzione che sia così anche oggi. Le tangenti a Boni sarebbero in buona parte legate alla realizzazione di centri commerciali. È sotto gli occhi di tutti il disastro economico e ambientale che ha prodotto la proliferazione dei megastore e questo disastro sarebbe ovviamente lo stesso anche se tutto fosse stato fatto nel pieno rispetto delle regole. 
Occorre dunque guardare alla concezione che sta alla base della scelta  di consentire la realizzazione di centri commerciali ovunque, perché è questa concezione che origina la corruzione. Se si pensa che questi facciano un gran bene all’economia, che sia un bene che i comuni risolvano con queste realizzazioni i loro problemi finanziari, che questi sono il modo giusto per risolvere il problema delle aree dismesse, che questi rappresentano la nuova agorà, eccetera eccetera, se la si pensa in questo modo è quasi una conseguenza naturale ritenere che non c’è nulla di male se si ricavano un po’ di soldi anche per il partito, che in fondo è una componente rilevante della società. E quindi che non c’è niente di male se un po’ di soldi se li prende anche il politico di turno, che in fondo è una componente del partito. Le cose vanno proprio così: se non c’è niente di male…. meglio a noi che agli altri. E se non c’è niente di male che i soldi vengano a noi tanto meglio se ne vengono un po’ anche a me. Così ragionano quelli che sono sotto inchiesta e altri che lo saranno prossimamente.
Quando era in corso di approvazione la realizzazione del grande centro commerciale di Segrate la Lega era contraria e uscì dalla giunta. Oggi quella cosa è approvata a la Lega è serenamente in giunta. Cosa pensare? Dopo le perplessità iniziali si saranno convinti… 

Albuzzano è un paesello in provincia di Pavia, poco più di tremila abitanti, ma anche lì volevano la loro “Happy city”, oltreché aumentare gli abitanti di un buon 50%. Anche Albuzzano è finito nell’inchiesta. 

Gli argomenti che portano gli amministratori per sostenere centri commerciali e improbabili insediamenti residenziali sono sempre gli stessi, stucchevolmente ripetitivi come se ci fosse una velina che gira di mano in mano. 

È stato così anche a Pioltello, quando venne combinato l’affare coi fratelli Siano per il parco delle cascine, pericoloso replicante dell’analogo segratese della Boffalora già sotto inchiesta. Ed è stato così quando venne combinato l’altro affare, quello sulla Sisas, replicante di quello sestese sulle aree Falck. E oggi nelle carte dei magistrati si parla anche di questo. L’avevamo anticipato e non ci stupisce. 
 Anche in questi casi gli argomenti erano quelli della sopracitata velina: le aree che vengono cedute, le compensazioni, i costi per la bonifica e infine, perla tra le perle, lo sviluppo del paese.
Ormai è qualche anno che sosteniamo che occorre prendere il problema all’origine. Finché non ci si convincerà che la speculazione immobiliare frena l’economia e impoverisce i territori continueremo a sentire sindaci fautori dello sviluppo con le trite argomentazioni che abbiamo sentito ad Albuzzano, Segrate, Pioltello e continueranno a spuntare orribili centri commerciali travestiti in vario modo, piani per insediamenti residenziali che più bislacchi non si può e si parlerà di bonifiche a costi iperbolici.
È proprio così che il malgoverno e una concezione assurda dello sviluppo urbano spalancano le porte alla corruzione.

        

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