mercoledì 27 luglio 2011

CEMENTIFICAZIONE TANGENTI E PROFUMO DI SOLDI

QUESTIONE MORALE E IGNOBILE COMPROMESSO POLITICO 
(prima parte)

di Mario De Gaspari

In tutta franchezza, non condivido quasi niente di quanto è stato scritto in questi giorni sulla vicenda delle tangenti che sta travolgendo una parte del PD milanese. Non c’è nemmeno il tentativo di un’analisi politica. Mortificante. 
La cosa che personalmente considero più grave è che per tenere in piedi un sistema di finanziamento si pratica un ignobile compromesso politico. Mi spiego: è mai possibile che dall’estate 2008 (esplosione della crisi dei mercati finanziari) non si sia spesa nel partito una sola parola sul problema della speculazione immobiliare? 
Io ritengo che la valorizzazione immobiliare sia all’origine del problema, ma anche chi non la pensa proprio come me, può pensare che non c’entri proprio nulla? Io ritengo che i bilanci delle banche siano gonfi non solo di titoli di stato a rischio, ma anche di ipoteche e di asset immobiliari che prima o poi di dovranno svalutare. 
Ma chi non la pensa proprio così può pensare davvero che il problema non esista? Perché la speculazione internazionale ha aggredito prima l’Italia della Spagna? (rimando al mio libro recente: La bolla immobiliare. Le conseguenze delle politiche speculative urbane. Mimesis. 10€).
Da dove eravamo partiti? Ricordate i mutui subprime? E in Italia, Zunino, Coppola, Ligresti? Tutti gonfiati e salvati dalle banche, col risultato che oggi a rischio sono proprio le banche. Leggetevi la vicenda di Uniland (rimando al mio penultimo libro: Malacittà. La finanza immobiliare contro la società civile. Mimesis. 16€), un caso tipicamente emiliano di intreccio (anche criminale) tra immobiliaristi, coop e banche emiliane. Perché non siamo di sinistra? Come si fa ad essere di sinistra e sostenere la speculazione? 
Ditemi, non capisco. È così complicato capire che è questo sistema a creare nelle grandi città il problema della casa? Persino la banca d’Italia ha detto che, a causa della speculazione, gli immigrati hanno pagato eccessivamente gli alloggi e che a causa dei mutui il risparmio privato (il tesoretto) viaggia più velocemente del debito pubblico.
Se le coop emiliane sanno costruire e sono capaci di piazzarsi sul mercato, che lo facciano. Il problema nasce quando si favorisce una speculazione perché ci sono di mezzo le coop emiliane.
Racconto un aneddoto. 1997, inizio del mio primo mandato da sindaco a Pioltello, comune commissariato da sei mesi. La giunta leghista era caduta su un piano di lottizzazione da un milione di metricubi. C’erano già state, tangenti (precedenti alla giunta leghista), processi e condanne. Insieme alla mia elezione arriva la sentenza del Tar  che ha accolto il ricorso contro il comune da parte della società immobiliare (Edilnord 2000, gruppo Paolo Belusconi). 
D’accordo col segretario comunale, decidiamo immediatamente di fare appello al consiglio di stato. Poi vedremo. Un emissario di spicco (ho saputo poi che era di spicco) delle cooperazione emiliana, mi si presenta e mi dice: “Noi siamo interessati a costruire, pensa che si costruirà, voi che intenzioni avete? Se c’è possibilità ci stiamo dentro, altrimenti ci tiriamo fuori”. 
Gli mostro il programma elettorale, affisso all’albo pretorio del comune, che parlava di consistente riduzione di volumetrie. Stretta di mano, saluti e buona fortuna. Qualche tempo, dopo, a trattativa aperta, il dottor Paolo Berlusconi, mi dice di essere stato contattato dalle coop emiliane e mi chiede consiglio. “Non è un problema mio. Ma nemmeno un problema suo. Non c’è una possibilità su un milione che la loro presenza possa favorire la realizzazione”.
 Il dottore sorride, pare rilassato. Saluti e arrivederci. La trattativa si conclude un paio d’anni dopo sulla base di 450.000 metricubi, gli oneri dovuti e la cessione contestuale di una grande area verde (che diventerà la prima “foresta di pianura” finanziata dal regione Lombardia con circa 5 milioni di euro). 
Ricordo ancora che un emissario della società, durante una riunione, disse a un collega: “Finora abbiamo sempre pagato e non abbiamo mai costruito niente. Questa volta che non paghiamo forse riusciamo a costruire davvero”. 
Nessuno ha commesso reati, la società ha realizzato la sua operazione, il comune ha portato a compimento un contenzioso quasi ventennale, il territorio non è stato massacrato.
Perché vicende come quelle di Santa Giulia, Santa Monica, Calchi e Taeggi, il parco delle cascine di Pioltello, i centri commerciali di Segrate, la bonifica Sisas, via Adda a Milano, porta Vittoria, si sviluppano sempre in un ambiente tenebroso e finiscono immancabilmente in tribunale?





domenica 24 luglio 2011

QUANDO LA SCHIFEZZA VA' IN QUESTO MODO, E' GIUSTO CHE RITORNI


Ex Sisas Pioltello,

 ancora problemi dopo la bonifica dell'area



 Vogliono rispedirci indietro le schifezze della ex Sisas diPioltello
A ragione però: pare che, come leggiamo su Il Fatto Quotidiano
sisaspiolt.jpg"il nerofumo che sarebbe stato conferito all'impianto di Nerva con codici non conformi, e su questo sta ora lavorando anche la magistratura iberica"
Greenpeace Italia ha depositato alla procura della Repubblica di Milano un esposto: l'organizzazione ambientalista svela due retroscena nelle operazioni di bonifica, che, continua il quotidiano, "forse potrebbero alzare un velo anche sull'indagine aperta dalla procura sul commissario straordinario per l'emergenza Luigi Pelaggi, indagato per corruzione".
Il dossier di Greenpeace integrale lo trovate qui.
Eccone uno stralcio:
"Alcune delle navi in partenza dal porto di Genova nel 2011 (Zeeland, Deneb, Sisu Capella), trasportavano sicuramente rifiuti in provenienza dalla ex Sisas. Il codice Cer dichiarato per questi carichi è 06.13.05. Questo codice individua il 'nerofumo pericoloso', mentre l'autorizzazione all'importazione in Spagna dei rifiuti pericolosi provenienti dalla ex Sisas rilasciata dalla Giunta andalusa riguardava esclusivamente i rifiuti identificati col codice Cer 19.13.01. Da notare che la Relazione tecnica del luglio 2010, fatta propria integralmente dal commissario, identifica col codice Cer 06.13.05 una quantità di rifiuti pari a 23.400 tonnellate"
Il materiale insomma, che è pericoloso per la salute,
"sarebbe stato imbarcato utilizzando codici identificativi di altre sostanze"
Inoltre da Pioltello sono stati asportati rifiuti pericolosi, tutti identificati in base al codice 19.13.01, conferiti a società che non gestiscono impianti autorizzati allo smaltimento di rifiuti pericolosi.
La vicenda Sisas insomma è ancora ben lontana dalla sua conclusione.


LA QUESTIONE MORALE E LA QUESTIONE POLITICA NELLA SINISTRA COME NELLA DESTRA

LA QUESTIONE MORALE E LA QUESTIONE POLITICA


Per il partito democratico, che è anche il mio partito, c’è un modo solo per uscire in maniera onorevole dalla vicenda sestese: dichiarare aperta la questione morale e individuare l’origine politica e psicologica del malaffare.
Al di là di come ne possano uscire le singole persone indagate, il quadro che viene delineandosi è tragico. Perché sostengo che occorra delineare l’origine politica e psicologica del problema? Pensate solo alle dimensioni del giro di denaro, quanti soldi sono girati? E pensate da dove provengono quei denari. Sono sempre somme che provengono dalla valorizzazione dei terreni o dalle sopravalutazioni dei costi di bonifica (il che è la stessa cosa, perché poi i costi di bonifica si trasformano in volumetrie edificabili).
Le possibilità che derivano dall’elasticità del valore dei terreni sollecitano inevitabilmente appetititi politici (finanziamento ai partiti, ecc.) e appetiti personali. Nel caso migliore si fanno finanziare (magari in conto oneri, tanto pagheranno poi tutto quanto i cittadini che acquisteranno le case coi mutui) opere pubbliche per la città o ci si procurano sponsorizzazioni (magari a carattere sociale, così ci si guadagna la rielezione).
Quello delle volumetrie edificabili e dei costi per le bonifiche è un grande rubinetto che deve essere chiuso una volta per tutte. Immaginate un’amministrazione che si mette a trattare con un grande gruppo immobiliare senza che sia ancora stabilito ciò si deve realizzare su un terreno. “Le possiamo costruire il palazzetto dello sport”, “vuole il municipio nuovo, così lo può inaugurare prima delle elezioni?”, “non avete bisogno di un centro congressi?”, “facciamo lo stadio”, “portiamo l’università, vuoi mettere il prestigio!”, “ristrutturiamo quella bella cascina? Magari per metterci gli anziani così poi vi votano in massa”. Così vanno le cose, così è stata pensata la legge urbanistica regionale (ma anche a livello nazionale non è tanto diverso) nel periodo apicale della bolla immobiliare. Sapete qual è l’insulto peggiore che chi non accetta questo sistema? “Anima bella”, oppure, e qui non hai scampo perché prelude all’emarginazione politica, “rompicoglioni”. Se fanno circolare la voce che sei un “rompicoglioni” (devo spiegare in che senso?) sei fritto. E infatti, alle elezioni provinciali, il sottoscritto non l’hanno candidato. Avevamo il record dei voti, ne hanno persi ben più della metà col doppio dei candidati, hanno perso collegio ed elezioni, ma possono continuare a fare affari sul parco delle cascine, sulle bonifiche del polo chimico (aspetto ancora la risposta alla mia interpellanza in provincia…), ecc. ecc. Hanno preferito rischiare di perdere (e infatti hanno perso) che rischiare di avere un “rompicoglioni” tra i piedi.
Siccome questo costume è una delle cause principali della crisi economica e finanziaria del paese (e anche dell’impoverimento delle famiglie, perché sono poi queste a ripagare tutto, tangenti comprese, con l’acquisto delle case), l’intervento della magistratura è utile e necessario. Sarebbe meglio se intervenisse la politica, come avrebbe voluto Berlinguer, ma chi ci crede?

Mario De Gaspari

lunedì 18 luglio 2011

SISAS UN LAGO DI VELENI FRA FIABA E REALTA'

SISAS QUEL LAGO SOTTERRANEO
 PRONTO AD ESPLODERE

             UN LAGO NAVIGABILE DÌ IDROCARBURI E VELENI

Le ultime notizie sulle tangenti per la bonifica della Sisas che avevamo trattato nei post
(  http://territorioesocietapioltello.blogspot.com/2011/06/alla-sisas-sembra-che-spuntino-tangenti.html )x( http://territorioesocietapioltello.blogspot.com/2011/06/commento-alla-sentenza-sisas.html ),ci spingono a riflessioni più ampie e approfondite, a dare più credito e attenzione  alle   voci e dicerie,  rischiano di diventare più reali e preoccupanti, di quanto era lecito dargli credito.

Sono molti anni che a Seggiano e Limito, ci poniamo la domanda se il deposito di materiali pericolosi e per cosi tanti anni sui terreni della Sisas, avesse potuto avere conseguenze gravi a una falda tra le più pregiate della lombardia.

Nel Marasma di proposte, impegni, soluzioni e accordi di programma, ci aspettavano che chi di competenza e tutti i soggetti istituzionali coinvolti, verificassero con analisi accurate e approfondite, se le vasche di nero fumo e i veleni riversati per anni sul terreno, avessero in qualche modo intaccato la falda compromettendola e inquinandola.

Tutti, partendo dal livello locale arrivando fino alla Comunità Europea, si sono prodigati molto nel prospettarci soluzioni fra le più svariate (carcere, inceneritore, centro commerciale e addirittura case), senza per altro mai informarci sui dati se rilevati e sulle reali conseguenze, che questi veleni hanno avuto su di noi e sulla falda acquifera.

Mai nessuno però, si è premurato di informarci e renderci disponibili i dati sull’inquinamento rilevato, di informarci sui reali pericoli o meno sulla salute pubblica, addirittura non sappiamo se le verifiche e le analisi sulla falda sono state fatte o no.

E da prima delle elezioni Comunali, che nei bar e ai mercati di Pioltello, si sussurra una voce non verificabile e forse non reale ma sempre più insistente, si racconta come nelle fiabe, di un lago gigantesco sotto i nostri piedi, un lago navigabile e attraversato da canotti carichi di strumentazioni, tecnici, responsabili e amministratori.

Si sussurra che le analisi rilevate siano sconvolgenti, che quel lago sia una bomba ecologica pronta a esplodere, un ordigno pieno d’idrocarburi e veleni di ogni genere che potrebbe compromettere per sempre la falda di tutta la Martesana, una bomba da tre quattrocento milioni di euro.

Ora come tutte le fiabe sussurrate tra un calice e l’altro, non si a se sia vera o se sia la solita voce di popolo non verificata e non verificabile, certo però che è una fiaba inquietante e che non vorremmo fosse poi in qualche modo, anche se solo in part, veritiera.

Fiaba o meno sarebbe importante, giusto, che i soggetti competenti e l’Amministrazione pioltellese, ci informassero sulla reale situazione della Falda, quando l’analisi sarà fatta?, se le verifiche e le analisi sono state fatte?, se compiute quali dati sono stati rilevati e qual è il reale pericolo per la nostra acqua e per la popolazione?, sopra di tutto quali azioni nell’immediato l’Amministrazione intende intraprendere.

NOI ABBIAMO IL DIRITTO DI SAPERE E LORO HANNO IL DOVERE DI INFORMARCI

venerdì 15 luglio 2011

SUCCESSONE PER UNA SERATA SPECIALE DI DIALOGO E COMPRENSIONE RECIPROCA

MOMENTI IMPORTANTI 
PER UNA REALE INTEGRAZIONE

Martedì 12 luglio il Centro Culturale “La Fratellanza” di Seggiano ha ospitato la presentazione del libro “Primo, non diffamare” di Luca Bauccio. L’iniziativa è stata ampiamente pubblicizzata dall’associazione perché ha rappresentato il primo momento pubblico del Centro dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato l’ordinanza di chiusura emanata dal sindaco di Pioltello.

L’occasione è stata offerta, giustappunto, dal fatto che l’autore è l’avvocato che ha difeso l’associazione e quindi l’argomento del libro ben si è prestato a ragionare su come la diffusione di false informazioni si presti a influenzare i comportamenti sociali e anche a giustificare le decisioni delle istituzioni pubbliche, come appunto si è verificato nel particolare caso avvenuto a Pioltello.

L’iniziativa ha avuto un grande successo, sia per la qualificata partecipazione dei relatori che per la folta presenza di pubblico, suddiviso in egual misura tra “italiani e “stranieri”. Questo è stato il primo e principale motivo di soddisfazione per gli organizzatori, i quali hanno potuto evidenziare il carattere culturale del centro, improntato allo sviluppo del dialogo sociale e allo scambio tra culture e religioni diverse.
Ha fatto gli onori di casa Hassan Hamzaoui, il responsabile della sede di Seggiano, il quale ha espresso la sua soddisfazione per la decisione assunta dal Consiglio di Stato, che finalmente, per usare le sue parole, “rompe il ghiaccio che si è cercato di creare tra il Centro e il resto della comunità cittadina”. Hassan ha proseguito sostenendo che il superamento di queste barriere costituisce appunto lo spirito dell’iniziativa e dalle numerose adesioni pervenute e presenti alla serata.

Tra le quali, di assoluto rilievo, quella del prof Alessandro Dal Lago, insigne sociologo di fama internazionale, che ha aperto il dibattito introducendo con chiarezza e competenza il tema della serata. Di seguito, Mario De Gaspari ha arricchito la discussione parlando della formidabile opportunità offerta dall’incontro tra culture diverse e di come i media e le istituzioni devono incoraggiare questa tesi, perché il pericolo è appunto quello dello scontro e della sollecitazione di comportamenti devianti. La prof.ssa Gabriella Petti, anch’essa sociologa, ha parlato di come i comportamenti distorti e pericolosi siano diffusi anche all’interno delle istituzioni pubbliche, comprese quelle con finalità assistenziali ed educative, e finiscono per influenzare il giudizio dei singoli e dell’intera collettività. L’avvocato Gaetano Nicosia, esperto di sicurezza urbana, ha sottolineato l’importanza del dialogo, della moltiplicazione, anche informale, di momenti di incontro tra i diversi gruppi sociali, e di come i nuovi strumenti di comunicazione offrano la possibilità di ampliare la platea degli interlocutori di questo dialogo.

In mezzo a questi interessanti spunti, Luca Bauccio ha spiegato i motivi che l’hanno spinto a scrivere il libro, il quale nasce dalla sua esperienza professionale ed umana, esperienza che l’ha visto spesso sostenere e difendere le cause delle persone e delle organizzazioni colpite nella loro dignità e dal mancato riconoscimento dei propri diritti. In questo senso ha quindi inteso rivalutare il significato del termine “onore” richiamato nel sottotitolo del libro, che non vuole essere la riproposizione di un concetto arretrato, legato a costumi fortunatamente superati, bensì il richiamo al pieno riconoscimento del rispetto degli individui, singoli o raccolti nelle diverse forme di aggregazione civile.

L’autore ha poi risposto alle numerose domande e commentato gli interventi emersi dal pubblico, anch’essi sostenuti da importanti e ricche riflessioni.
La serata si è conclusa con la consegna all’autore della tessera onoraria n° 1 dell’associazione da parte dei responsabili de “La Fratellanza”, come simbolico riconoscimento e ringraziamento del contributo dato alla vita e alla crescita del Centro.
Ringraziamo tutte le persone che hanno partecipato e sostenuto questa iniziativa, contribuendo alla sua riuscita e a farne conoscere il significato e l’importanza. Arrivederci ai prossimi appuntamenti.





giovedì 14 luglio 2011

IL GOVERNO ANDALUSO METTE I SIGILLI ALLA DISCARICA DELLA SISAS

Spagna: sigilli alla discarica usata per le scorie italiane

Il governo andaluso ha chiuso l’invaso di Nerva gestito dalla Befesa dopo l’ennesimo incendio. L’impianto, da anni al centro di molte polemiche, ospita il nerofumo dell’ex Sisas.
La Spagna ha deciso di chiudere la discarica che ospita i veleni italiani. L’impianto di Nerva, 80 chilometri a Nord di Siviglia, gestito dalla società iberica Befesa, martedì scorso ha preso di nuovo fuoco. Negli ultimi anni, lo sversatoio è diventato la nuova meta dei broker dell’immondizia italiani. All’interno sono state stoccate decine di migliaia di tonnellate di nerofumo, proveniente dall’ex Sisas di Pioltello, e di cromo esavalente dell’ex Stoppani di Genova. È già il secondo incendio dall’inizio del 2011. La Befesa assicura che l’ultimo rogo ha riguardato solo la parte della discarica che contiene rifiuti non tossici. Ma il governo dell’Andalusia intende vederci chiaro. E ieri ha disposto la chiusura cautelare dello stabilimento.
La Befesa è da tempo nell’occhio del ciclone in Spagna. L’Izquierda Unida qualche mese fa ha ufficialmente denunciato alle autorità andaluse presunte irregolarità nel trattamento e nello smaltimento dei rifiuti. Nell’esposto del partito politico spagnolo è ampiamente citata una società italiana, la Riccoboni di Parma, che si occupa della bonifica dell’ex Stoppani a Cogoleto. La ditta emiliana ha esportato a Nerva oltre 8 mila tonnellate di materiale pericoloso. Ma secondo l’accusa, i rifiuti tossici non sarebbero stati adeguatamente trattati prima di essere smaltiti nella discarica. Gli spagnoli guardano con molta preoccupazione anche ai container della Daneco.
La società dei fratelli Colucci nel 2010 si è aggiudicata l’appalto per la bonifica dell’area ex Sisas di Pioltello. Alla gara, come hanno raccontato Manuele Bonaccorsi e Anna Fava in un’inchiesta su Left, che ricostruisce la storia di Pietro e Francesco Colucci, si è interessata anche la magistratura: secondo la Procura di Milano, l’amministratore delegato della Daneco avrebbe versato una tangente di 700 mila euro al capo della segretaria tecnica della Prestigicomo, Luigi Pelaggi, per ottenere la commessa che vale 38,6 milioni di euro. Secondo quanto prevedeva il bando, la Daneco avrebbe dovuto smaltire entro il 31 marzo di quest’anno, pena una multa salatissima dell’Europa, circa 280 mila tonnellate di rifiuti, di cui oltre 50 mila costituite da scorie tossiche e nerofumo.
Dove decidono di portare i rifiuti tossici, i Colucci? Non serve nemmeno dirlo. In Spagna. Per questa tipologia di scorie infatti la Befesa fa i prezzi più competitivi in Europa. Le discariche tedesche chiedono almeno 150 euro a tonnellata per smaltire il nerofumo, che diventano 300 se la scoria finisce in un inceneritore. In Andalusia, invece, i prezzi sono molto più contenuti: Befesa chiede alle aziende italiane tra i 125 e i 130 euro a tonnellata. Una convenienza che, però, potrebbe dipendere da strategie non esattamente legali di abbattimento dei costi. Questo potrebbe essere il caso della Daneco.
Secondo la denuncia fatta da Greenpeace, corredata anche da fotografie, il nerofumo arrivato a Nerva da Pioltello sarebbe stato depositato in discarica senza subire alcun trattamento, che è invece è imposto dalla normativa europea e previsto come costo nel bando di gara per la bonifica dell’ex Sisas. Non solo. Stando alle accuse delle associazioni ambientaliste locali, la Daneco avrebbe esportato in Spagna ulteriori quantità di nerofumo, rispetto a quelle dichiarate ufficialmente, facendolo passare per rifiuto non pericoloso. Non c’è dunque da sorprendersi se l’incendio della discarica della Befesa preoccupi così tanto le autorità spagnole.
«All’interno della discarica ci sono residui di nerofumo e altri tipi di rifiuti tossici mescolati tra loro in modo indiscriminato», è l’allarme che lancia l’associazione spagnola Ecologistas en Aciòn. La Befesa avrà ora dieci giorni di tempo per spiegare alle autorità le cause dell’incendio e certificare la natura del materiale che ha preso fuoco. Il timore, infatti, è che il rogo possa aver avuto un’origine dolosa con lo scopo di cancellare le tracce di scorie che nella discarica non sarebbero mai dovute entrare.
(Giorgio MottolaTerra)

ARTICOLO TRATTO DA


http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2011/07/14/spagna-sigilli-alla-discarica-usata-per-le-scorie-italiane/

giovedì 7 luglio 2011

PRIMO NON DIFFAMARE


PRESENTAZIONE DEL LIBRO PRIMO NON DIFFAMARE

Siete tutti invitati a partecipare e ad intervenire
Vi informiamo che il 12 luglio, alle ore 21.00, il Centro Culturale dell’associazione “La Fratellanza” di Seggiano (via Canova, 3 - di fronte alla pizzeria Erika) accoglierà la presentazione del libro dell’avvocato Luca Bauccio, dal titolo “Primo, non diffamare”, sulle strumentalizzazioni messe in atto dal mondo della politica e dell’informazione per colpire avversari e realtà scomode. In allegato l’invito.
E’ un’iniziativa particolarmente significativa anche a seguito della sentenza del Consiglio di Stato, il quale ha sottolineato il pieno diritto del centro ad esercitare la sua attività, così come il diritto alla libertà di culto.

L’autore del libro che verrà presentato il 12 Luglio è l’avvocato che ha rappresentato le ragioni del Centro al Consiglio di Stato ed è da sempre impegnato nella difesa dei diritti umani e delle minoranze, nonché per un’informazione libera e corretta (è tra i fondatori del sito  YOU REPORTER, dove potrete raccogliere ulteriori informazioni sul suo libro).

Vi invitiamo quindi a partecipare all’iniziativa, che costituisce un primo momento di riflessione sui fatti avvenuti e sul contesto che li produce, e naturalmente ad estendere l’invito a tutte le persone che possono essere interessate.

Grazie, a presto

mercoledì 6 luglio 2011

A.A.A. POSTO DA ASSESSORE OFFRESI

A.A.A. POSTO DA ASSESSORE OFFRESI

MANDA LA TUA DISPONIBILITA' E LE TUE COMPETENZE

All'indirizzo  territorioesocieta.pioltello@gmail.com

 

Aiutiamo il Sindaco a trovare un Assessore donna cui assegnare l'incarico

Purtroppo il Consiglio Comunale ha eletto alla carica di Presidente e Vicepresidente altre due figure maschili (cui va comunque la nostra assoluta stima e fiducia) non soddisfano quindi le attese e mantenendo la distribuzione degli incarichi esclusivamente tenendo conto degli equilibri politici di alleanza o dei partiti.

Non convincente per niente la difesa d'ufficio accampata dal Sindaco che i tempi della politica non sono adatti alle donne (e in parte è vero) tralasciando che forse quei tempi sono scelti e sostenuti da chi vuole mantenere il primato, gli uomini,  che sono essi che forse non vogliono creare le condizioni per farle crescere e preparare  politicamente.
La difesa che più ci lascia perplessi è quando il Sindaco afferma di aver chiesto ai partiti una lista di nomi femminili e di aver ricevuto un solo nome e una sola disponibilità.

Ci viene da chiederci se le decine di donne messe in lista, le molte che hanno dato tutto il loro impegno e contributo in campagna elettorale fossero solo dei riempi lista, attiviste estemporanee o quest'affermazione non è l'ammissione del fallimento dei partiti tradizionali, che non riescono ne a creare le condizioni per il loro impegno ne ad attirare a se una risorsa cosi importante.

Anni di radicamento sul territorio, di buoni propositi e parole sulle pari opportunità, di possibilità di organizzare i tempi  e legiferare, e non sono riusciti a creare le condizioni, affinché i tempi dell’Amminisatrazione, della politica, dei partiti, fossero adeguati e plasmati per dar modo a tutti di partecipare e crescere, donne in primis.

Vorremmo ricordare al  Sindaco, che  non è costretto a scegliere o farsi imporre i nomi dai partiti, può anche scegliere come fatto da Pisapia, dalla società civile e noi siamo certi che fra le quindicimila elettrici pioltellesi, si possono trovare disponibilità e competenze che farebbero annichilire tutti i maschietti scelti e proposti.

Invitiamo quindi tutte le donne capaci, competenti e  decise a impegnarsi,  a inviarci la loro disponibilità, affinché possiamo aiutare il Sindaco nella ricerca di quell’Assessore donna, che i partiti tradizionali non hanno potuto o voluto trovare.